CASTELDACCIA – E’ costata la vita a nove persone l’ondata di maltempo abbattutasi sulla regione nei giorni scorsi. In otto sono morti a Casteldaccia, in una villetta. Dopo la tragedia, come spesso accade in queste tristi circostanze, iniziano ad emergere particolari scomodi. Dopo. Sempre e drammaticamente dopo. Il sindaco di Casteldaccia Giovanni Di Giacinto ha infatti riferito che la villetta in cui le nove persone sono state travolte da acqua e fango era abusiva. L’immobile era infatti costruito a ridosso del torrente, e quindi non a norma. A quanto pare il Municipio ne aveva ordinato la demolizione nel 2008.
Il ‘mistero’ del ricorso presentato dai proprietari
Stando alle parole del sindaco di Casteldaccia, i proprietari della villetta avevano presentato ricorso al Tribunale amministrativo per impugnare il provvedimento. Da allora, però, secondo gli esponenti del Municipio il Tar non si sarebbe occupato della causa, facendo trascorrere dieci anni.
Il Tar fa chiarezza: mai sospesa l’ordinanza di demolizione
Dopo l’attacco diretto da parte del primo cittadino di Casteldaccia, il Tribunale amministrativo regionale della Sicilia ha voluto fare chiarezza. Di certo non sono piaciute le accuse ricevute. Dal Tar infatti è arrivata una nota che spiega la vicenda. Il ricorso il ricorso era decaduto nel 2011: questo significa che il primo cittadino e i suoi dovevano procedere con l’abbattimento dell’immobile non a norma. Ma il Municipio non ne sapeva nulla. Questa l’ultima replica dell’amministrazione comunale che ha infatti spiegato che, dalla documentazione in loro possesso, il provvedimento risultava ancora pendente. Una circostanza che sarebbe confermata anche da una nota inviata proprio nel 2013. Insomma, un caos poco chiaro che assume i contorni del classico ‘scarica barile’ tipico di queste tristi circostanze. Il dato certo è che nove persone, tra cui due bambini, hanno perso la vita.