ROMA – Paolo Arata accusato per corruzione. L’intercettazione ambientale che lo incriminerebbe risale al settembre del 2018 e riporta un colloquio avvenuto alla presenza di Francesco, suo figlio, e di Manlio Nicastri (ora collaboratore di giustizia) figlio dell’imprenditore Vito accusato dai pm di Palermo di essere vicino a Cosa Nostra, in cui tira in ballo Armando Siri .
La frase incriminante
Arata tirerebbe in ballo l’ex sottosegretario alle Infrastrutture Siri, anch’egli finito nel registro degli indagati per l’accusa di corruzione. “A Siri do 30 mila euro perché sia chiaro tra di noi, io ad Armando Siri, ve lo dico…”. Questa l’intercettazione che risale al settembre dello scorso anno depositata agli atti dal pm di piazzale Clodio.
L’intercettazione
Agli atti molti nuovi elementi che verranno proposti nell’incidente probatorio fissato per il 25 luglio. Il tutto si sviluppa attorno ai rapporti tra Arata e Siri: l’inchiesta concerne la presunta avvenuta promessa di 30 mila euro in favore dell’allora sottosegretario Siri per la sua attività di sollecitazione dell’approvazione di norme nell’ambito del cosiddetto ‘minieolico’.
Lo ‘stabile accordo
Viene così definito dai magistrati di piazzale Clodio quello tra i due indagati, in cui Siri è “costantemente impegnato attraverso la sua azione diretta nella qualità di alto rappresentante del governo ed ascoltato membro della maggioranza parlamentare, nel promuovere provvedimenti regolamentari o legislativi che contengano norme ad hoc tese a favorire gli interessi economici dell’Arata, ampliando a suo favore gli incentivi per l’energia elettrica da fonte rinnovabile a cui non ha diritto”.