NAPOLI – Un Movimento che metta il Mezzogiorno al centro e combatta battaglie chiare come quella contro l’autonomia differenziata che rischia di aumentare le disuguaglianze e il divario tra Nord e Sud. E’ questo Movimento Equità Territoriale fondato da Pino Aprile e promosso dall’eurodeputato Piernicola Pedicini a Bruxelles durante la giornata con i sindaci meridionali. A parlarne con Cronache è lo scrittore.
Dai libri sulla questione meridionale ha un’iniziativa politica vera e propria di cui è il promotore. In che modo è passato dalla parola ai fatti?
Con rammarico e controvoglia perché tutti gli anni precedenti ero stato esortato a dare vita ad un soggetto politico o ad accettare candidature da parte di partiti già esistenti del centrodestra, del centrosinistra del M5S. Io però ero e sono convinto che non c’è politica più potente dell’informazione e della divulgazione da cui è nato tutto il resto. Quando nel 2019 ho visto Salvini passare dai mojito del Papeete al Parlamento convocandolo d’urgenza in agosto con i sondaggi che lo davano tra il 35 e 45 per cento e con l’annuncio di elezioni a ottobre, mi sono chiesto se non si stesse facendo un errore. Siccome tutti i gruppi meridionalisti mi avevano già offerto di superare le loro divisioni se il leader fossi stato io decisi di convocare in Basilicata il 24 agosto un’assemblea. Mi aspettavo di trovare al massimo 30 o 40 persone, ma ne arrivarono seicento. Non avevo pensato neanche al nome, pensai quindi di chiamarlo Movimento 24 agosto e poi aggiunsi Equità territoriale. La gestazione è stata imprevista perché nel giro di poche settimane eravamo in migliaia di persone.
Questa nuova iniziativa sarà in continuità con quell’esperienza?
Sì sarà in continuità e in allargamento. Tutte le popolazioni che sono oppresse, non solo quelle meridionali, subiscono il peso di un potere esterno e sono portate al razionismo e all’odio interno. Nelson Mandela ha salvato il suo Paese, ma prima che si chiudessero gli scontri tra le sue stesse fazioni c’è stata una guerra civile. Gandhi è stato ucciso da uno dei suoi non dagli inglesi quindi questo accade sempre ed è accaduto anche al Sud.
E’ da tempo che si parla di Pnrr, siamo ancora in tempo per cogliere questa opportunità e ridurre il divario col Nord?
Noi abbiamo una sola certezza, qualunque sia il tempo e qualunque siano le circostanze, noi dobbiamo fare qualcosa. Io non ho speranze, ma certezze. So che vinceremo. Pensate all’autonomia differenziata, doveva essere firmata il 22 ottobre 2018, noi facemmo una campagna durata mesi e riuscimmo a convincere dieci senatori a schierarsi contro. La notte prima lo staff di Di Maio prese in mano il dossier, si resero conto che non era un provvedimento da approvare. La mattina dopo saltò il Consiglio dei ministri, Fontana ci chiamò cialtroni, ma il provvedimento non venne approvato.
Questo Movimento nasce in un momento particolare, dopo le elezioni. Come fotografa lo scenario nazionale considerata anche la descrizione fatta dall’europarlamentare Pedicini rispetto ai mille miliardi sottratti al Sud negli anni con un trend che sembra non avere fine?
La situazione è orribile, è la peggiore possibile, ma per questo la più chiara. Non c’è da fondare un partito, ma da mettere insieme le forze meridionali. Ci sono forze interessanti oneste e perbene contro l’autonomia differenziata. Abbiamo sentito anche Pisapia oggi e c’è da pensare a Bersani, Errani, Rossi.
Cosa pensa del fatto che anche Pisapia abbia assistito all’iniziativa qui a Bruxelles?
Se una persona ha un pizzico di onestà non può che essere contro l’autonomia differenziata, se invece sei una carogna sei a favore. La cosa è così devastante che su questo si rompe l’Italia. Il nostro è il Paese più vicino alla soglia 40 del coefficiente di Gini che misura le disuguaglianze economiche sociali tra abitanti di uno stesso Paese e quando il valore supera la soglia 40 succede che le disuguaglianze vengono ridotte, ma col sangue. Colpi di stato, sommosse, terrorismo, guerre civili.
Il M5S non è riuscito ad evitare tutto questo come diceva Crimi: se non ci fossimo noi, ci sarebbe la gente col fucile?
Ha un orizzonte piccolo, ma nel M5S ci sono diverse forze e c’è chi ha la mente aperta e studia e vede questo pericolo.
Cercherete di coinvolgerli?
Ci sono anche nel Pd, c’è una linea contraria che si danna l’anima, ma non conta quasi niente nel partito. Ci sono anche in Fi. C’è la possibilità di mettere insieme tutte queste forze consapevoli. Bisogna essere pazzi per volere l’autonomia differenziata che paradossalmente può essere una soluzione per il Sud, nel senso che portato alla secessione finalmente il Sud è libero e non potrà più essere derubato dal Nord. Così se i soldi dell’Europa arrivano, anche se li rubano, se li rubano i meridionali.
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