Nasce il partito per il Sud, Pedicini: “Lotta sul Pnrr”

NAPOLI (Anastasia Leonardo) – Un movimento politico che rappresenti una voce unica per il Mezzogiorno: da Bruxelles la carica dei cento amministratori che con l’eurodeputato del Gruppo Greens/Efa Piernicola Pedicini sono pronti a rilanciare un partito per il Sud. A dicembre l’assemblea costituente di Movimento Equità Territoriale. Questo il racconto dell’europarlamentare a Cronache.


Un movimento che ha al centro il Sud e si propone di ottimizzare le risorse del PNR per il rilancio del Mezzogiorno. Qual è il senso di questa iniziativa?

Oggi al Parlamento Europeo abbiamo coinvolto molti sindaci della rete Recovery Sud, sono rappresentate tutte le regioni meridionali, e sono rappresentate le istanze dei territori. Il Piano Nazionale per la Ripresa e Resilienza italiano non permette di assorbire le risorse agli enti attuatori né di fare in modo che il Sud possa davvero intercettare la maggior parte delle risorse così come è stato pensato dall’Unione Europea perché ricordo che il PNRR è pensato proprio per ridurre il divario territoriale.


Perché pensa che questo non possa avvenire naturalmente e sia necessario un Movimento?
È necessario un Movimento perché di fatto i governi hanno brevettato questo Piano senza pensare ai criteri giusti per poter assorbire le risorse poiché loro non hanno gli strumenti, il personale tecnico e non hanno le specializzazioni per poter fare i progetti. Questo avvantaggerà ancora una volta alcuni territori, quelli del Nord piuttosto che altri. C’è un attacco mirato e un’accelerazione verso il processo di autonomia differenziata con i ministeri chiave di questo governo che, speriamo di no, riusciranno a raggiungere questo obiettivo. Noi abbiamo bisogno, in questo momento, di rappresentare il Sud come un fronte unico che si contrappone al progetto di autonomia differenziata.


Perché non portare questa istanza nelle sedi dei partiti politici tradizionali?
Molti dei partiti tradizionali hanno sempre dichiarato la volontà di voler rappresentare i bisogni del Sud, ma nei fatti non hanno mai dato seguito alle promesse e alle parole. Noi con il Movimento Equità Territoriale, qualche mese fa, abbiamo presentato una legge di iniziativa popolare per cambiare la Costituzione all’articolo 116 comma 3 dove si dice che alcune regioni, volendo possono fare domanda per aumentare il loro potere decisionale, per assumere alcune competenze e di conseguenza trattenere maggiori risorse. Il Nord prima ha avuto dallo Stato le maggiori risorse e quindi maggiori possibilità di sviluppo e adesso vuole trattenere altre risorse. Ma questo non è previsto nelle intenzioni della Costituzione e per questo noi ci opponiamo.


Lei ha parlato di un vero e proprio furto delle risorse destinate al sud fin dall’unità d’Italia. Qual è l’entità di tale furto?
Per fare il punto solo negli ultimi 20 anni, anche come corrispettivo al debito pubblico, bisogna pensare che al sud dal duemila fino ad oggi sono stati sottratti più di mille miliardi di euro. Stiamo parlando di una cifra appena inferiore alla metà del debito pubblico italiano. Ogni anno 60 miliardi di euro vengono sottratti al Sud solo per la quota di spesa in conto capitale, cioè degli investimenti il risultato di questa sottrazione è evidente se si considera, per esempio, lo stato delle strade e delle infrastrutture al Sud. Questo numero fa capire quanto i governi non hanno fatto per il Mezzogiorno d’Italia.


I fondi che dovrebbero arrivare sono in parte a fondo perduto e in parte prestiti. Le ritiene che basteranno a ridurre in maniera significativa il divario tra Nord e Sud?
Se non si fa quello che è stato stabilito nel dispositivo di ripresa e resilienza e si fa altro ovviamente si crea un nuovo debito senza ottenere risultati. Se invece si corrisponde a quei criteri generali allora una speranza di miglioramento, ma non di soluzione c’è. Non saranno i 209 miliardi e la quota destinata al Sud di soldi a risolvere la questione Meridionale. Ma la direzione è quella giusta. Bisogna fare quello che è previsto nel Regolamento Europeo e non quello che l’Italia sta cercando di fare.


A breve presenterete ufficialmente questo Movimento. Che ruolo avrà Pino Aprile che è stato coinvolto in questo progetto e quale invece sarà il suo ruolo?
Pino Aprile non è stato coinvolto in questo progetto, ma è il fondatore del Movimento di Equità Territoriale. Il movimento ha dato a se stesso un nuovo assetto strutturale su base democratica e quindi noi a dicembre svolgeremo un’assemblea costituente, verosimilmente a Napoli nella quale si eleggeranno il nuovo segretario e il nuovo presidente e verrà nominato un direttivo che ci permetterà di prendere decisioni da qui in avanti punto il primo appuntamento politico elettorale sarà in Molise alle elezioni regionali che probabilmente si terranno a febbraio”.

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