Per il secondo anno consecutivo gli italiani si preparano a festeggiare la Pasqua in casa, nel rispettp delle norme anti-Covid. Non siamo in lockdown come nello stesso periodo del 2020, ma il subdolo virus ancora è tra noi e ci costringe a dover rinunciare, ancora una volta, alle tradizionali braciate e scampagnate pasquali. E un dato emerge su tutti: secondo un’indagine Coldiretti/Ixe’ quest’anno in una famiglia italiana su 3 (31%) si prepareranno in casa i dolci tipici della Pasqua. Pochi acquisti e tante mani in pasta: così la pandemia fa riscoprire le tradizioni locali. La ricerca in questione dimostra come la necessità di passare il tempo fra le mura domestiche ha spinto al ritorno della “cucina casalinga fai da te” con la riscoperta di ricette e i dolci della tradizione.
Un trend che riprende quello dell’anno passato, in cui si è registrato un aumento del 38% degli acquisti della farina che hanno toccato livelli record che non venivano raggiunti da decenni. Ma, oltre all’esigenza di dover preparare manicaretti per il pranzo pasquale, cosa spinge gli italiani a questo vero e proprio ‘boom’ di preparazioni casalinghe? In primo luogo c’è la considerazione, in apparenza banale, che cucinare fa bene. Preparare dolci e piatti, specie se tradizionali delle feste è una attività particolarmente gratificante, sia per gli uomini che per le donne. Una sorta di antidoto contro le tensioni e lo stress accumulati durante la pandemia. E, non dimentichiamo l’aspetto più bello del preparare dolci in famiglia: quello di coinvolgere anche i più piccoli della casa, annoiati dalla didattica a distanza e bisognosi oggi più che mai di svolgere attività pratiche che non richiedano l’utilizzo di uno schermo.
E dunque questa Pasqua ‘rossa’ può trasformarsi per i cittadini campani in un’occasione per rispolverare o, per chi non si sia mai cimentato, imparare da capo le ricette più antiche e golose delle nostre nonne e tramandare, così, la tradizione nostrana. Oltre che un modo per sostenere tutte quelle piccole attività commerciali che in questo momento hanno bisogno di recuperare gli incassi mancati. Pensiamo quindi alle botteghe, agli alimentari a conduzione familiare, ai negozi di prodotti tipici: tutti posti in cui possiamo star sicuri di acquistare il prodotto tipico e di prima mano. Aiutare così il territorio e portare a casa ingredienti purissimi con cui preparare i piatti con cui solleticheremo il palato dei (pochi) commensali che potremo ospitare.
Dunque, come tutti sanno, i piatti tipicamente campani che non possono mancare sulle nostre tavole pasquali sono certamente la pastiera e i quaresimali caratterizzati da una grande quantità di mandorle all’interno dell’impasto.
Ma se vogliamo sperimentare e vivere una Pasqua diversa, perché non cimentarsi in ricette di pietanze di altre regioni? C’è davvero l’imbarazzo della scelta, e tutto dipende dalla bravura dello chef. Come la pinza, dolce friulano che si presenta come una pagnotta arrotondata sulla quale viene incisa una croce a simboleggiare il martirio di cristo; la Pigna di Pasqua, tipica della Ciociaria, ricca di uvetta, canditi, vaniglia, cannella, anice. E se in Liguria troviamo i canestrelli pasquali, cestini intrecciati di pasta frolla, con al centro o sui bordi delle uova talvolta colorate, dalla Lombardia arriva la classica colomba di Pasqua a base di farina, burro, uova, zucchero e buccia d’arancia candita, con una glassatura alle mandorle.
In Sardegna troviamo le Pardulas a base di formaggio o ricotta e l’Aranzada nugoresa finissimi fili di buccia d’arancia cotti lentamente nel miele e arricchiti da filetti di mandorle tostate, mentre in Toscana invece abbiamo la Schiacciata Pisana un pane dolce dall’inconfondibile aroma di anice che viene accompagnato dal vin santo. Tante e golose le ricette, purché sia una Pasqua serena da trascorrere con chi si ama.
