Patina bianca? Il cioccolato è buono

Patina bianca? Il cioccolato è buono
Patina bianca? Il cioccolato è buono

NAPOLI – La primavera è ormai nel pieno e mentre maggio si avvicina al suo debutto le temperature si fanno più calde. In dispensa abbiamo tavolette, bon bon e uova di Pasqua: tanto cioccolato da smaltire prima che inizi la stagione torrida e che il cioccolato si sciolga. In realtà già da queste giornate di metà aprile il cioccolato comincia a mostrare segnali di alterazione: sulla superficie si forma una patina biancastra che ci induce a pensare che non sia più commestibile.

PATINA BIANCA

In realtà non c’è da preoccuparsi. Nella produzione industriale il cioccolato è preparato miscelando il burro di cacao (la parte grassa dei semi di cacao) con polvere di semi di cacao, zucchero e altri ingredienti facoltativi, come il latte, le mandorle, le nocciole, il pistacchio o altri aromi. A causa degli sbalzi termici tipici di questa stagione, o di una cattiva conservazione del cioccolato, il burro di cacao presente nel prodotto migra verso la superficie e lì si cristallizza, dando vita alla patina biancastra. In realtà questo passaggio del burro verso la superficie non è indice della non commestibilità, ma è espressione della cattiva conservazione. Visto che ci avviciniamo alla bella stagione sarebbe una buona prassi conservarlo in frigo, per evitare che si sciolga. E’ bene comunque ricordare che il cioccolato ‘tinto’ di bianco è ancora buono e, anzi, può essere usato in mille modi.

IL RICICLO

Il cioccolato che abbiamo in dispensa, in particolare quello avanzato dalle uova di Pasqua,  può trasformarsi in ingrediente per la preparazione di gustose ricette. Possiamo farlo a pezzetti e metterlo nei muffins, oppure utilizzarlo per preparare la torta caprese o anche delle golose mousse. Se siamo attenti alla linea possiamo trasformarlo in addensante per barrette proteiche. Dobbiamo scioglierlo a bagnomaria e poi mescolarlo con riso soffiato, cereali, mandorle, noci, nocciole e semi per realizzare delle ottime e pratiche barrette energetiche. Bastano pochi minuti e il gioco è fatto. Sono tutte strategie per abbattere lo spreco alimentare che ha impatti devastanti sul pianeta in termini economici ed ecologici, cui si aggiungono quelli derivanti dalla produzione industriale.

L’IMPATTO DEL CIOCCOLATO

Un recente studio condotto da ricercatori dell’Università di Manchester ha esaminato l’impronta di carbonio e in generale l’impatto ambientale del cioccolato. Sono stati valutati i processi di produzione ma anche l’imballaggio e i rifiuti che si producono per realizzare cioccolatini, barrette e monoporzioni. Secondo lo studio un chilogrammo di cioccolato richiede circa 10mila litri di acqua per la produzione ed è responsabile di emissioni comprese tra i 2.9 e i 4.2 chilogrammi di anidride carbonica. Un’impronta tutt’altro che ecologica. Il cacao inoltre è una delle maggiori cause della deforestazione in Ghana, Costa d’Avorio e negli altri Paesi dell’Africa, dalla Sierra Leone al Camerun, dove si concentra il 70% di tutta la produzione mondiale. 

RISCHIO ESTINZIONE

Il cambiamento climatico ha effetti devastanti sul nostro pianeta. Stando a quanto riporta in un rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) si prevede che l’aumento della temperatura globale comporterà riduzioni nette nei raccolti di mais, riso, grano e potenzialmente altri raccolti di cereali, e nella qualità nutrizionale del riso e del grano dipendente dalla CO2. Ci sono una serie di alimenti che sono “a rischio estinzione”: la domanda è crescente, ma il nostro pianeta non riesce più a sostenerla. Gli scienziati che studiano i cambiamenti climatici e i loro effetti sul nostro pianeta hanno da tempo decretato che il cioccolato è in via di estinzione. Il motivo sono le elevate temperature dei terreni dove viene coltivato, che lasciano spazio a funghi e pesticidi che danneggiano le coltivazioni. Entro la metà del secolo diventerà sempre più raro e quindi costoso a causa delle alte temperature penalizzano la fertilità dei terreni in Africa dove le produzioni sono in calo.

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