NAPOLI – La Vanella Grassi di Secondigliano e gli Angrisano di Scampia si alleano per spartirsi i quartieri a nord della città.
Nuovo asse di camorra. Cambiano gli equilibri. Con un patto di ferro tra i vanelliani di stanza in via Duca degli Abruzzi e nelle palazzine della ‘33’ e gli Angrisano nel Lotto G. Ma vediamo cosa cambia sullo scacchiere. Quando due clan si mettono d’accordo da queste parte, lo fanno per gestire il mercato della droga (core business nei rioni).
Via Duca degli Abruzzi se la sono divisa equamente. Da buoni soci. Da una parte le piazze di spaccio di marijuana e hashish, gestite dalla Vanella-Grassi nella parte nord. Dall’altra i ‘market’ di cocaina, eroina e kobret, nelle mani degli Angrisano (lato sud). I due sodalizi ora collaborano a piene mani. E si aiutano: gli affiliati si spostano nei rioni liberamente. Ma quelli che hanno le mani libere sono gli Angrisano, alleati degli agli Abbinante.
La Vanella Grassi è una ‘controllata’ del clan Di Lauro, sorta di costola di Cupa dell’Arco. Comunque è un accordo di fatto, che apre a nuovi scenari.
Gli Angrisano da Scampia oggi possono entrare a Secondigliano senza problemi e viceversa. Ma anche i Di Lauro si possono spostare liberamente tra Scampia e Secondigliano. Tutto per favorire la vendita degli stupefacenti. Si sa, la guerra blocca il business, la pace lo favorisce. Non finisce qui. Non è l’unico cartello tra clan nell’area nord della città. Anche se gli unici potenziali nemici sono i Licciardi della Masseria Cardone. Potrebbero ‘scalciare’. Ma non lo fanno. Almeno per ora. Non si pestano i piedi tra boss: c’è pace per gli affari, sarebbe una guerra fratricida senza fine (con la chiusura delle piazze di spaccio). Del resto la Vanella Grassi ha una storia consolidata. In una recente indagini (l’operazione Cupola) dieci affiliati percepivano il reddito di cittadinanza. La madre di uno spacciatore di Scampia, invece, si è vista revocare il ‘reddito’ quando il figlio è stato arrestato dai carabinieri. Rientrava nello stato di famiglia e anche i proventi dello spaccio sono considerate entrate. Non sono casi isolati e lo sanno bene gli investigatori del nucleo Ispettorato del lavoro partenopeo.
Per questo motivo hanno approfondito per mesi le posizioni di migliaia di persone, specie quelle che per un motivo qualunque hanno avuto grane giudiziarie. E fa scuola il caso della famosa piazza di spaccio alle Case dei Puffi al lotto P (riaperta da pochi mesi). Gestita dagli Amato Pagano e dalla Vanella Grassi. Non sono alleati, ma in nome degli affari si dividono gli stupefacenti da vendere. Almeno per ora. Pochi mesi fa c’è stata una ‘stesa’ in piazza Marianella davanti alla statua di Sant’Alfonso (non denunciata alla polizia). I centauri hanno gridato agli abitanti di lasciare le palazzine. Secondo gli inquirenti, la Vanella Grassi da Secondigliano marcia per addentrarsi in via Janfolla e al Don Guanella, roccaforte dell’ex clan Lo Russo. Anche gli Angrisano hanno ripreso quota nelle palazzine. E i numeri contano. Poco tempo fa è stato scarcerato in Spagna Gaetano Angrisano. Mandato d’arresto inefficace. Genero di Salvatore Petriccione, quest’ultimo ritenuto a capo dell’articolazione operativa tra Scampia e San Pietro a Patierno. Il 29enne era detenuto in Spagna a seguito di arresto avvenuto a settembre in esecuzione di mandato europeo. Il suo difensore di fiducia, però, l’avvocato Leopoldo Perone, è riuscito ad ottenere la revoca della misura cautelare, con l’immediata scarcerazione.