Pd, ora il tempo è scaduto

Marco Plutino
Marco Plutino

di Marco Plutino*

Se non ci fosse l’elezione diretta la regione Campania vivrebbe una dinamica politica assai diversa da quella a cui assistiamo. L’opposizione non sarebbe sparita, fagocitata salvo rare eccezioni dal sottogoverno. La maggioranza che sostiene il Presidente De Luca forse mostrerebbe un sussulto di dignità quando De Luca parla dell’agenda consiliare – alludo alla questione della legge sul terzo mandato, ma non solo – come se fosse quella della Giunta, o di casa sua. La regione è oggi un mega-ente monocratico, che gestisce varie centinaia di milioni di euro con ampia discrezionalità, senza contrappesi interni. Una volta pure nelle Giunte si discuteva perché c’erano i partiti, oggi non fiata una mosca neanche in Consiglio. Vi hanno concorso una vittoria clamorosa, anche se contingente, lo stile di esercizio del potere e le tare del ceto politico.

Lo stato della Campania viene da lontano, ma dopo sei anni di governo De Luca le statistiche non indicano miglioramenti, ed anzi volgono al peggio, con sparute eccezioni come i livelli di assistenza sanitaria, almeno appena sufficienti. Dati da film horror: 41% di occupati in età utile (15-64 anni), ventisette punti percentuali dietro la media UE. Sono in povertà assoluta il 12% degli individui e il 10% delle famiglie: quasi 820mila persone. Il 34% dei giovani non fa nulla (cd. NEET). La speranza di vita è in calo. Il 20% di lavoro è irregolare, e comunque sempre meno pagato, e le donne sono sempre più ai margini. Il reddito di cittadinanza fa vivere quasi settecentomila persone, un campano su otto. Tra denatalità e emigrazione, ogni anno si contano novantamila campani in meno. Non è stato recuperato ancora il livello di ricchezza pre-crisi del 2008. La Campania è tra le regioni più povere d’Europa, inclusi i paesi ex comunisti.

Non si può andare avanti così. Siccome l’attuale sistema ad elezione diretta rende molto improbabile mettere in discussione la figura del Presidente, alla luce delle dimissioni di quasi de mesi fa del segretario Annunziata potrebbe essere il Partito democratico campano il luogo dove dare un segnale alla società campana. Quelle dimissioni furono indotte da una spinta dal basso, non ostacolata da Roma. Il segretario nazionale ha chiesto un consenso ampio per eleggere un nuovo segretario, oltre che il rispetto delle regole. Il suo punto di vista, che vede il commissariamento come “extrema ratio”, si spiega con l’esigenza di non entrare in contrasto palese con De Luca, il cui mandato non è in scadenza. Ma il ragionamento ha un suo costo in termini di immagine. La società campana assiste smarrita alle manfrine di modesti figuranti.

Passa il messaggio che il problema fosse Annunziata e non il mancato rispetto delle regole e l’assenza totale di iniziativa politica per ben tre anni. Una maggioranza schiacciante nel congresso 2019 si ritrovò quasi minoranza e, anziché lavorare per legittimarsi, si è ulteriormente delegittimata schiacciando il partito sul Presidente della Regione, impedendo ogni dibattito e iniziava, insterilendo il rapporto con la società campana.

E’ deprimente attendere da settimane che un partito in macerie cerchi affannosamente di recuperare persona a persona, spesso con mezzucci, per far celebrare una assemblea, peraltro solo dopo aver tentato un’arrogante spallata alle regole. Assemblea per fare che? Non è bastato l’assurdo triennio di gestione Annunziata, seguito da sostanziosa buonuscita a carico dei cittadini? E non è bastata neanche la maldestra e illegalissima forzatura portata avanti da Nicola Oddati e Piero De Luca (bel duo di sponsor) per eleggere un nuovo segretario? Occorre interrompere questa agonia, arricchitasi nelle ultime ore dalla forzatura per dare il diritto di voto al consigliere regionale Cascone, chiaramente decaduto dall’iscrizione al partito. Occorre dire semplicemente che il tempo è scaduto. E aprire una fase nuova, come peraltro sollecitato variamente da fior di intellettuali come Musi, Barbagallo, Macry ed altri nell’interesse del futuro della società campana.

*Costituzionalista
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