MELBOURNE – L’ex tesoriere Vaticano George Pell, giudicato colpevole di pedofilia e in attesa della sentenza, prevista per il 13 marzo, ha presentato ricorso per presunte “gravi irregolarità” processuali. I legali del cardinale Pell hanno annunciato di aver depositato il ricorso lo scorso 21 febbraio. Due le irregolarità procedurali contestate alla corte dal team di avvocati. Una prima non gli avrebbe consentito di dichiararsi non colpevole di fronte alla giuria e quindi di dimostrare la sua innocenza. Inoltre il verdetto unanime di colpevolezza della giuria si sarebbe basato, in modo “irragionevole”, su una singola testimonianza in quanto una delle due presunte vittime è morta di overdose di stupefacenti nel 2014.
Pell giudicato colpevole
Un tribunale dello stato di Victoria ha dichiarato l’ex consigliere di Papa Francesco colpevole di aver abusato sessualmente di due chierichetti tredicenni nel 1996 e 1997, quando era arcivescovo di Melbourne. Pell da due giorni è in carcere, in seguito alla revoca della libertà su cauzione, che gli era stata concessa per problemi di salute. Durante l’udienza è stato confermato che i cinque reati di cui è stato dichiarato colpevole comportano un condanna massima di 10 anni ciascuno, quindi Pell rischia 50 anni. Ad oggi è il più alto funzionario della Chiesa cattolica condannato per pedofilia, ma i casi aperti sono molti.
Le indagini a Lecce
A distanza di 30 anni un uomo di 40 anni ha denunciato un prete della provincia di Lecce che avrebbe abusato a lungo di lui quando aveva 9 anni. La Procura di Lecce ha aperto un’inchiesta in cui il sacerdote è indagato per violenza e abusi sessuali su minori, in quanto pare che non ci sia una sola vittima. Anche in questi casi i fatti risairebbero agli anni ’80. L’uomo che ha denunciato le violenze ora vive all’estero con la sua famiglia. ‘Rete L’Abuso’ ha sollevato il caso, pubblicando sul proprio sito l’audio di quella che l’associazione ritiene sia una telefonata, avvenuta nel 2016, tra il sacerdote e la sua vittima. Nella registrazione il prete cercherebbe di giustificare gli abusi come gesti di affetto.