Occupazione in crescita ma non per i giovani. Pil in ribasso

Nel 2018 il Pil è aumentato dello 0,9% anche se in ribasso rispetto alle stime precedenti del +1%. Seppur la crescita dell’economia è proseguita per il quinto anno consecutivo, segna infatti un rallentamento rispetto al 2017

ROMA – Occupazione in crescita nel nostro Paese. Ma l’Istat rivela come l’aumento registrato a gennaio riguardi esclusivamente gli uomini: +21 mila nel primo mese dell’anno. Tra i giovani la disoccupazione sale invece di 0,3 punti percentuali rispetto a dicembre ma si tratta di livelli lontani rispetto ai picchi della crisi, superiori al 43 per cento

2018 Pil in aumento

L’incremento del Pil lo scorso anno è dello 0,9%. Lo dice l’Istat rivedendo al ribasso la stima precedente del +1%. Seppur la crescita dell’economia è proseguita per il quinto anno consecutivo, segna infatti un rallentamento rispetto al 2017. L’indebolimento della dinamica è derivato da un netto ridimensionamento del contributo della domanda interna, e in particolare della componente dei consumi privati.

L’andamento delle esportazioni ha segnato una decelerazione e l’apporto della domanda estera netta al Pil è divenuto lievemente negativo.

Dati lavoro: più dipendenti permanenti

L’Istat ha reso noto anche l’aggiornamento sui dati del lavoro. L’occupazione è tornata a crescere lievemente a gennaio, trainata dalla componente dei lavoratori stabili. Nel dettaglio, segnala l’Istat, gli occupati sono 21.000 in più rispetto a dicembre (+0,1%), per un tasso di occupazione stabile al 58,7%. L’andamento degli occupati, sottolinea l’istituto, è determinato da un aumento consistente dei dipendenti permanenti (+56 mila), mentre si osserva un calo dei dipendenti a termine (-16 mila) e degli indipendenti (-19 mila). Ma la crescita coinvolge esclusivamente gli uomini (+27 mila) mentre risultano in lieve calo le donne (-6 mila).

Tasso di disoccupazione stabile

Seppure il tasso di disoccupazione a gennaio è rimasto stabile al 10,5 per cento, tra i giovani il tasso sale invece di 0,3 punti percentuali rispetto a dicembre, al 33%. Si tratta di livelli lontani rispetto ai picchi della crisi, superiori al 43 per cento, ma comunque superiori ai livelli pre-crisi di quasi 14 punti percentuali.

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