Il Consiglio dei ministri ha deliberato lo scioglimento del Comune di Caserta a causa di accertate infiltrazioni della criminalità organizzata. La decisione, proposta dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, è stata formalizzata nel corso della riunione tenutasi oggi pomeriggio a Palazzo Chigi.
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Il provvedimento giunge al termine di mesi di indagini e verifiche condotte dalla Commissione d’accesso, insediata nell’agosto 2024, per esaminare eventuali condizionamenti camorristici nell’amministrazione guidata dal sindaco Carlo Marino.
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Le indagini, alla base della decisione del governo Meloni, hanno evidenziato gravi anomalie nella gestione degli appalti pubblici. A far accendere i riflettori sul capoluogo di Terra di Lavoro fu l’inchiesta della Procura di Santa Maria Capua Vetere, che portò all’emissione di diverse misure cautelari (successivamente revocate). Tra i destinatari di quei provvedimenti figuravano gli allora assessori Massimiliano Marzo ed Emiliano Casale, insieme ai dirigenti comunali Franco Biondi e Giovanni Natale.
L’inchiesta mirava a far emergere presunte condotte irregolari nella gestione dei lavori pubblici e ipotesi di voto di scambio. In filigrana, i carabinieri avevano rilevato anche l’ombra del clan Belforte nella campagna elettorale: proprio questo aspetto contribuì all’arrivo della commissione d’accesso.