LIMA – Dina Boluarte prima presidente donna, succede al destituito Castillo, poi arrestato. Ieri la sindacalista sessantenne di stampo socialista ha prestato giuramento in seduta straordinaria assumendo, di fatto, la guida della Repubblica, così come previsto dalla Costituzione.
Il discorso
Nel suo discorso di insediamento Boluarte ha dichiarato di essere “consapevole dell’enorme responsabilità che mi tocca, con la profonda convinzione che è imprescindibile riprendere il cammino della crescita economica e dell’inclusione sociale, e della riforma politica di cui il Paese ha bisogno”. La neo-presidente ha poi rivolto un appello “all’unità di tutti i peruviani” oltre che ad incentivare “una tregua politica”, spingendo di fatto il Paese verso un “governo di unità nazionale”. E dopo aver indossato la fascia presidenziale consegnatale dal presidente del Parlamento José William, ha spigato che la sua prima misura “sarà affrontare la corruzione in tutte le sue forme, perché questo cancro dev’essere estirpato”.
I ringraziamenti
Boluarte ha poi voluto ringraziare chi è stato determinante in quelle ore come “le forze armate e la polizia nazionale, che hanno dimostrato di essere un pilastro della democrazia e chiedo loro di avere fiducia nel processo che stiamo inaugurando”. Poi un accenno alla volontà di “impegnarsi affinché i ‘nessuno’ e gli esclusi tornino ad avere un ruolo nel Paese”.
I fatti
In un divenire tumultuoso, sia la presidente del Consiglio Betssy Chavez che cinque ministri del governo hanno rassegnato le dimissioni. A seguire anche il capo dell’esercito e alcuni ambasciatori, fra cui quelli alle Nazioni Unite e presso l’Organizzazione degli Stati americani. Dopo poche ore il comando congiunto delle forze armate e la polizia hanno emanato un comunicato in cui hanno sottolineato la loro “fedeltà alla Costituzione”. Alla fine ad esprimersi a favore della destituzione di Castillo, su 130 membri del Parlamento, sono stato 101 favorevoli, 6 contrari e 10 astensioni.
L’arresto
E in serata Castillo è stato arrestato nella sede della Prefettura di Lima, dove era fuggito assieme all’ex premier Anibal Torres. Ora è accusato di “presunti reati contro i poteri dello Stato e l’ordine costituzionale” nella forma di “ribellione ai danni dello Stato”, reato “previsto dall’articolo 346 del codice penale peruviano”. Oltre ad essere indagato per “presunto reato di associazione per delinquere, ai sensi dell’articolo 349 della suddetta disposizione di legge”.
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