NAPOLI – Una corsa contro il tempo nella faida. Ne sono certi gli inquirenti, che esaminano gli ultimi eventi sullo scacchiere criminale.
La tensione a Pianura è alta, perché gli Esposito-Marsicano vogliono chiudere la partita con i Carillo-Perfetto e regolare i conti, prima che sia troppo tardi. Ritengono il momento favorevole e premono sull’acceleratore.
Temono diversi fattori. Se dovesse tornare libero il ras rivale Antonio Carillo – l’unico capace di tenere unito il gruppo – le cose si complicherebbero.
A quel punto i Carillo-Perfetto si ricompatterebbero nel rione Cannavino e diverrebbe difficile per i gruppi armati penetrare nelle palazzine.
Ecco perché gli Esposito-Marsicano puntano su via Evangelista Torricelli: vogliono allontanare i pusher nemici, per arroccarsi. Qui sono concentrate le ultime ‘stese’ armate. Non è un caso. Lo sanno gli investigatori, che ora sorvegliano la zona con servizi in borghese. L’aria è pesante. Le batterie di fuoco hanno usato anche le bombe, per seminare il panico nelle roccaforti rivali. La Procura teme una escalation in stile Ponticelli, dove i clan hanno fatto ricorso ad armi non convenzionali. Una ‘guerra sporca’, per spaventare gli avversari.
Pesa su entrambe le fazioni la maxi operazione del 14 luglio con trenta arresti, tra cui Antonio Calone ed Emanuele Marsicano.
Antonio Carillo era riuscito a evitare il blitz ed è stato fermato il 4 agosto in una villetta a Marano.
La Procura sostiene di aver azzerato i quadri delle ‘paranze’. Sperava di aver messo un punto. Ma hanno avuto il tempo per rigenerarsi: tre settimane esatte. Dopo hanno ripreso le ostilità, che proseguono tutt’oggi.
Via Torricelli è diventata la nuova trincea. Qui c’è una coabitazione forzata, che provoca scintille continue. Lo spaccio per diverse settimane è stato spostato alle Case Gialle: troppo rischioso restare in strada al Cannavino: si diventa obiettivi mobili.
Nella notte batterie di centauri armati sorvegliano le palazzine popolari. Lo sanno agenti e carabinieri, che pattugliano i rioni. E quando i gruppi armati si incrociano, sparano ad alzo zero. E’ successo più di una volta.
La scorsa settimana due stese in via Torricelli e un assalto dinamitardo. Nel raggio di duecento metri. Le pattuglie hanno provato a militarizzare il quartiere, ma è difficile presidiare le palazzine. Servirebbe una pattuglia fissa in strada ed è impossibile.
Così i clan hanno margine, per predisporre le scorribande armate. Le forze dell’ordine fanno quello che possono. Nelle ultime ore hanno lanciato una task force con decine di perquisizioni domiciliari. Un modo per far sentire la pressione dello Stato sul territorio. L’obiettivo è trovare le armerie e sequestrare le ‘polveriere’ usate per la faida. Non solo. Le forze dell’ordine usano ogni mezzo per blindare il quartiere Pianura. E utilizzano anche la tecnologia. Oggi Pianura e Ponticelli sono le zone più esposte ai venti della criminalità. E proprio qui le istituzioni hanno investito per lanciare un sofisticato sistema di videosorveglianza. Due rilevanti provvedimenti per la sicurezza urbana. E’ stato l’assessore alla Legalità, Antonio De Iesu, a seguire le fasi del progetto dall’inizio alla fine.
Prima il progetto di fattibilità tecnica ed economica per la realizzazione del sistema di videosorveglianza. Poi il finanziamento: il costo previsto per i due interventi è di 30mila euro annui per 5 anni con finanziamento nell’ambito del Programma Operativo Complementare Legalità 2014-2020.
In pochi sono liberi ma pronti a tutto
Pochi affiliati liberi, ma pronti a tutto. Lo raccontano gli ultimi fatti di cronaca. Secondo ‘stime’ delle forze dell’ordine, il maxi blitz del 14 luglio ha azzerato i quadri delle cosche in guerra. Trenta arresti sono tanti. E sul campo rimangono gruppetti sparuti: cinque-sei da una parte e dall’altra. Come fanno a farsi la guerra? Gli inquirenti ritengono che in tre settimane siano riorganizzati. E’ più di un sospetto, perché da metà agosto i commando sono di nuovo in strada. Insomma i clan hanno rialzato la testa.
Ad oggi presidiano le piazze di spaccio: cercano di proteggere il principale business, la vendita della droga al dettaglio.
I gruppi di fuoco spesso sparano davanti alle palazzine, per spaventare i pusher e danneggiare le ‘casse’ dei rivali. Tanto che per un lungo periodo lo spaccio si è spostato alle cosiddette Case Gialle.
Ora la mappa geo criminale è frammentata. Troppo. In questo contesto anche una scarcerazione (o un arresto) può fare la differenza e spostare gli equilibri. Ecco perché le forze dell’ordine temono un affondo, una accelerazione violenta nella faida. Sanno che i clan puntano al colpo da ko tecnico per chiudere la partita il più in fretta possibile. E stanno adottando le contromisure, per monitorare le zone a rischio.
La Procura più volte ha disposto operazioni ad Alto impatto per blindare le palazzine popolari: militarizzare il territorio e prevenire le scorribande armate. Ma non basta. E la notte qui a Pianura cala il coprifuoco.
Bombe e ‘stese’, via Torricelli è una trincea
‘Stese’ e bombe per seminare il panico nei bunker dei rivali. Tre raid in quattro giorni in via Evangelista Torricelli. Gli inquirenti sospettano che gli episodi siano collegati: vere e proprie prove di forza. Sì, perché qui anche la velocità di risposta indica la potenza di fuoco di una ‘paranza’.
La Procura esamina l’escalation al rione Cannavino, per capire cosa stia succedendo e provare a decifrare il linguaggio dei gruppi di fuoco. L’obiettivo è intuire le prossime mosse. Non è facile.
L’ultimo assalto nella notte tra martedì e mercoledì: in via Torricelli hanno sparato contro l’abitazione di Giuseppe Cioffi, 21 anni, ai domiciliari e ritenuto dagli inquirenti vicino agli ambienti degli Esposito-Marsicano, ma le pallottole hanno solo scalfito i vetri blindati della veranda. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, resta sullo sfondo un messaggio scandito dai colpi di pistola. Gli scenari. Gli Esposito-Marsicano sono in guerra perenne con i Carillo-Perfetto.
Gli spari in via Torricelli arrivavano dopo la bomba esplosa poche ore prima proprio qui sempre nel cuore della notte, che non aveva danneggiato l’abitazione di Cioffi. Poi gli spari davanti all’appartamento di Antonio Carillo, poche decine di metri più avanti in via Torricelli. Insomma una vera escalation. Le forze dell’ordine stanno raccogliendo in queste ora informazioni in via confidenziale. Gli agenti del commissariato Pianura e i carabinieri hanno elevato al massimo il livello di allerta.
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