ROMA – Quello di Piazza Fontana fu un “feroce attentato concepito ed eseguito allo scopo di colpire la democrazia”. Così il presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel giorno del 52esimo anniversario della strage che diede il là alla lunga stagione della ‘strategia della tensione’. Il micidiale ordigno che venne fatto esplodere nella sede della Banca nazionale dell’Agricoltura, in piazza Fontana a Milano, “distrusse vite innocenti, sconvolse il Paese – le parole del capo dello Stato -, diede avvio a una scia di sangue e terrore che la nostra comunità riuscì a fermare solo dopo anni di impegno e sofferenze”. La bomba causò 17 vittime e 88 feriti. Impossibile dimenticare, “la memoria di quel feroce attentato resta indelebile nella storia della Repubblica”, sottolinea Mattarella.
Le lunghe vicende processuali, ricorda quindi il presidente della Repubblica, hanno lasciato “vuoti e verità non pienamente svelate”. “Si tratta di ferite aperte – ammette l’inquilino del Colle -, non soltanto per le famiglie delle vittime, ma per la Repubblica intera. Tuttavia, nonostante manipolazioni e depistaggi, emerge nettamente dal lavoro di indagine e dalle sentenze definitive la matrice eversiva neofascista e l’attacco deliberato alla vita democratica del Paese”. “La prova a cui l’Italia venne sottoposta fu drammatica – evidenzia ancora Mattarella -. Ma vinse la democrazia, e con essa prevalsero i valori di cui la Costituzione è espressione. Anche per questo è necessario fare memoria. La democrazia è un bene prezioso che va continuamente difeso e ravvivato”.
A sottolineare la risposta del Paese che, “seppur a caro prezzo seppe resistere e opporsi all’attacco eversivo”, è il presidente della Camera, Roberto Fico, che su Facebook ammette che “per troppo tempo è mancata una risposta alle legittime aspettative di giustizia e di verità, disattese e tradite da una parte degli stessi apparati dello Stato”. “La ricerca della verità e della giustizia è innanzitutto un dovere morale che le Istituzioni hanno nei confronti delle vittime e dei loro familiari – spiega il presidente di Montecitorio -, ma è anche un indispensabile esercizio di memoria a beneficio di tutta la comunità”.
La strage di Piazza Fontana “fu l’inizio di una lunga stagione di sangue. Il pensiero per le 17 vittime e il ricordo di quel barbaro crimine devono essere un monito affinché le trame eversive e le sofferenze che ne derivarono, individuali e collettive, non si ripetano più nel futuro”, ricorda la presidente del Senato Elisabetta Casellati, finita però al centro della polemica per un tweet pubblicato (e poi rimosso) dall’account del Senato che rilanciava la relazione del 6 settembre 2000 firmata da due ex senatori del Movimento Sociale Italiano, Alfredo Mantica e Vincenzo Fragalà. “Trovo incredibile che il Senato per ricordare l’anniversario della strage utilizzi su Twitter la ricostruzione di alcuni senatori fascisti che rilanciavano la pista anarchica” denuncia il segretario nazionale di Sinistra Italiana Nicola Fratoianni: “Mi auguro che Casellati spieghi”. Critico anche il senatore M5S Primo Di Nicola secondo cui utilizzare i social di Palazzo Madama “per rilanciare le tesi neofasciste intorno alle responsabilità degli anarchici sulla strage è semplicemente un’operazione vergognosa di mistificazione storica. Casellati faccia sentire presto la sua voce per tutelare l’immagine e il prestigio del Senato”. Senato che, attraverso una nota, ricostruisce infine così l’accaduto: “È per un mero errore di collegamento al link delle relazioni depositate in sede di Commissione stragi che un tweet dell’ufficio stampa del Senato, e non della Presidente, dava accesso anche alle relazioni di minoranza presentate a titolo individuale da alcuni componenti dell’epoca. Nessun intento di avvalorare tali opinioni così come quelle di altri”.
Di Ronny Gasbarri