SANTA MARIA CAPUA VETERE – Tre arresti e due obblighi di firma nell’inchiesta sul giro di droga tra le province di Napoli e Caserta. Altre sette persone invece sono indagate a piede libero dopo le perquisizioni effettuate dalla polizia ieri mattina durante l’esecuzione del provvedimento. In carcere è stato ristretto Massimo Moriello (nel riquadro), 33 anni, di Santa Maria Capua Vetere. L’ex calciatore delle giovanili del Napoli è l’unico ad essere stato ristretto in cella. Ai domiciliari sono stati ristretti Nicola Cammisa, 29 anni e Vincenzo Agliaruolo, di 61 anni. Obbligo di firma invece per Bruno Maioriello, 63 anni, padre di Massimo e Donato Carnevale, di 51 anni, originario di Marcianise. Sono di Santa Maria Capua Vetere, Capua, Melito e Rione Traiano di Napoli. Tra i sette indagati a piede libero anche la madre dell’ex calciatore finito in carcere.
Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Napoli Nord. L’ordinanza di applicazione di misure coercitive emessa dal gip è stata eseguita dagli agenti della Squadra mobile di Caserta, con il supporto del Reparto prevenzione crimine Campania e dei commissariati di Santa Maria Capua Vetere, Marcianise, San Paolo di Napoli e Spoleto. I cinque raggiunti dai provvedimenti sono gravemente indiziati dei reati di detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti di tipo cocaina e hashish, in concorso tra loro, consumati tra i Comuni di Santa Maria Capua Vetere, presso l’Anfiteatro, e Capua. Sono state effettuate anche perquisizioni personali e locali, tra Santa Maria Capua Vetere, Capua, San Prisco e Melito di Napoli, nei confronti di altre 7 persone, indagate in stato di libertà. I provvedimenti sono stati emessi a conclusione di un’articolata attività d’indagine e di intercettazioni telefoniche, ambientali e video riprese, a cui sono stati affiancati servizi di osservazione, controllo e pedinamento nonché l’assunzione di persone informate sui fatti. Le indagini erano originate da una perquisizione nei confronti di un giovane residente a Santa Maria Capua Vetere, trovato in possesso di 5 grammi di cocaina e di un bilancino di precisione, occultati sotto il registratore di cassa all’interno del ristorante di sua proprietà. Attraverso l’analisi del telefono cellulare del giovane denunciato fu possibile carpire una serie di utenze telefoniche utilizzate da persone che, nel territorio sammaritano, si dedicavano allo spaccio di stupefacenti. Successivamente, attraverso l’attività tecnica d’intercettazione, è stato possibile ricostruire numerosi episodi di cessioni di stupefacenti a favore di locali consumatori e di addivenire all’individuazione di uno dei fornitori di droga, residente a Napoli. L’indagine ha consentito di identificare 12 persone responsabili di numerosi casi di cessioni di sostanze stupefacenti, avvenute negli anni 2018 e 2019 nel territorio di Santa Maria Capua Vetere, in favore di giovani del luogo, tra cui molti studenti. Considerato il grave quadro indiziario raccolto, la Procura della Repubblica ha richiesto ed ottenuto dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere, le misure cautelari, eseguite ieri mattina. durante un servizio di prevenzione e repressione dei reati in materia di stupefacenti, hanno tratto in arresto, in flagranza del reato di spaccio di sostanza stupefacente, Nel corso delle indagini sono emersi numerosi episodi di detenzione di droga. Il 20 gennaio di tre anni fa Carnevale fu arrestato e poi rilasciato al termine di accurata attività di osservazione, mentre cedeva una dose di grammi 0.2 di stupefacente del tipo “cocaina” a un occasionale acquirente. A seguito di perquisizione personale e domiciliare gli investigatori rinvennero e sequestrarono un bilancino di precisione e numerosi involucri in plastica utilizzati per il confezionamento dello stupefacente.
Sempre Carmevale fu coinvolto nell’operazione “Kappa”, che nel luglio 2007 sgominò un’organizzazione criminale dedita al traffico e spaccio di stupefacenti con base a Marcianise. Le indagini per quella , supportate da intercettazioni telefoniche e servizi di osservazione, pedinamento e controllo, oltre che dal sequestro di rilevanti quantitativi di stupefacente (78 chili di marijuana e 8 di hashish) permisero di raccogliere gravi indizi di colpevolezza nei confronti di 40 persone deferite per associazione per delinquere finalizzata al traffico internazionale di stupefacenti e spaccio. Emerse che i componenti di quell’organizzazione avevano posto in essere una vera e propria struttura organizzativa: acquisto, trasporto, distribuzione degli stupefacenti, effettuando trasporti di droga dall’estero, precisamente dall’Olanda all’Italia.