Picchia moglie e figlia disabile in auto a Caivano, arrestato un 43enne pregiudicato

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CAIVANO – Una giornata si è trasformata in un incubo per una madre e sua figlia di 16 anni, affetta da una grave disabilità. All’interno di un’auto, un uomo di 43 anni si è reso protagonista di un’aggressione brutale nei confronti delle due donne, colpendole con schiaffi e gomitate al volto durante una lite familiare degenerata rapidamente in violenza. L’uomo, pizzaiolo di professione e con precedenti alle spalle, è stato arrestato dai carabinieri della stazione di Caivano grazie all’intervento immediato reso possibile dal sangue freddo della giovane vittima. La ragazza, in un momento di panico, ha avuto la lucidità di inviare la propria posizione in tempo reale su una chat condivisa con alcuni amici, ragazzi della comitiva che aveva da poco lasciato per partecipare a una festa di compleanno. Il messaggio, breve ma chiarissimo, ha attivato una catena di soccorsi rapida ed efficace. Gli amici, comprendendo l’urgenza della richiesta, hanno allertato il 112 e la centrale operativa ha localizzato l’auto segnalata, permettendo alla pattuglia di raggiungere rapidamente il veicolo. L’uomo è stato bloccato sul posto e, dopo le formalità di rito, condotto nel carcere di Napoli Poggioreale.

Le due donne sono state trasportate in ospedale: per la madre una prognosi di dieci giorni, per la figlia sette. Lesioni fisiche contenute, ma difficili da separare da quelle psicologiche, profonde e invisibili, che lasciano segni ben più duraturi. Questo episodio riporta al centro dell’attenzione il tema drammatico della violenza domestica, troppo spesso confinata in spazi chiusi e silenziosi, come l’abitacolo di un’auto o le mura di casa. Ma racconta anche una storia di prontezza e di coraggio, quella di una ragazza che ha saputo trasformare uno strumento quotidiano come un’applicazione di messaggistica in un’ancora di salvezza. La tecnologia, in questo caso, non è solo comunicazione ma è diventata vita. In un contesto di pericolo estremo, ha permesso di accorciare la distanza tra una richiesta di aiuto e l’intervento delle forze dell’ordine.

Un esempio concreto di come la rete, se usata con consapevolezza, possa offrire strumenti decisivi per la sicurezza e la tutela delle persone più fragili. Resta, tuttavia, la ferita profonda di una violenza che si consuma all’interno di relazioni familiari. Una violenza che non guarda in
faccia alla vulnerabilità, che non si ferma neppure di fronte alla disabilità.

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