Picchiatore e narcos all’ombra di Picca

Il profilo di Zaccariello tracciato dalla Dda. Per il pentito Lanza è un soggetto pericoloso: “Vicino a De Santis, mi raccontò di un violento pestaggio ai danni di un marocchino”

TEVEROLA – Una persona “molto pericolosa”: è così che Antonio Lanza, ex capozona dei Bidognetti a Lusciano, descrive Antonio Zaccariello, 31enne di Teverola. Se lo conosce è perché in diverse occasioni lo ha incontrato insieme a Salvatore De Santis, per la Dda braccio destro di Aldo Picca.
Per il pentito, Zaccariello si occupava della distribuzione di droga a Parete e Lusciano. “La sera prima del mio arresto era in compagnia di De Santis e mi consegnò un panetto di hashish che dovevo regolare. Dopo alcuni giorni gli feci una videochiamata dal carcere di Secondigliano tramite Instagram, per dirgli che avrei provveduto al pagamento, ma mi rispose che non avrei dovuto preoccuparmi. Quando poi è uscita la notizia della mia decisione di collaborare, ma non avevo ancora ottenuto il programma di protezione – ha riferito Lanza alla Dda – venni a sapere che si era rivolto ad alcuni ragazzi che conoscevo per pretendere il pagamento della somma.”

Se per l’ex bidognettiano Zaccariello, alias ‘Scì Scì’, è pericoloso, è perché si sarebbe occupato insieme a De Santis anche di azioni di pestaggio utili al controllo dello spaccio di droga e alle estorsioni. “Fu lui stesso a raccontarmi di un violento pestaggio ai danni di un marocchino che fu poi accompagnato in ospedale.”

Zaccariello è tra i 55 coinvolti nell’indagine, condotta dai carabinieri e coordinata dal pm Simona Belluccio, tesa a colpire il clan Picca-Di Martino, costola degli Schiavone. A ‘Scì Scì’ viene contestato il reato di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga, organizzazione messa in piedi per agevolare le attività della mafia teverolese.
Il 31enne si sarebbe occupato di tagliare i narcotici e provvedere a un primo loro confezionamento, attività svolta mentre era ai domiciliari, per poi cedere il tutto ad altri pusher. Ma nel team dedicato ai narcotici, ‘Scì Scì’ avrebbe gradualmente fatto una sorta di scalata criminale, arrivando, sostiene la Procura, addirittura a investire suo denaro per acquistare droga all’ingrosso e poi versare una parte degli introiti ad Aldo Picca.

Zaccariello, secondo la Dda di Napoli, si è pure occupato di detenere alcune armi per l’organizzazione insieme a De Santis e a Raffaele Santoro, di Lusciano.

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