NAPOLI – Quanti danni può fare un piccolo gesto? Tutte le pile appartengono ai rifiuti speciali, per questa ragione per il loro smaltimento è estremamente necessario procedere in maniera corretta o si rischia di avvelenare il pianeta. Le pile se non smaltite in maniera corretta possono diventare rifiuti pericolosi, causando gravi danni agli ecosistemi. La maggior parte di esse infatti contiene metalli pesanti tossici, come nichel, cadmio e mercurio. Se le pile finiscono nel terreno i metalli pesanti possono disperdersi causando inquinamento dell’acqua e del suolo, con gravi conseguenze all’ambiente e all’uomo. Inoltre questi metalli possono essere recuperati e riutilizzati, quindi gettarli impropriamente non solo rappresenta un danno ambientale in termini di inquinamento, ma anche di spreco di risorse.
SMALTIMENTO
Le comuni batterie presenti all’interno di elettrodomestici e dispositivi elettronici innanzitutto non devono essere smaltite nel secco indifferenziato o all’interno della raccolta differenziata casalinga, come invece spesso accade. A stabilire le regole in Italia è il Decreto Legislativo 188 del 2008 che disciplina l’immissione sul mercato delle pile e degli accumulatori, vieta l’immissione sul mercato di pile e accumulatori contenenti sostanze pericolose e disciplina la raccolta, il trattamento, il riciclaggio e lo smaltimento dei rifiuti di pile e di accumulatori, al fine di promuoverne un elevato livello di raccolta e di riciclaggio. Le pile esaurite, una volta raccolte, subiscono un processo di trattamento e riciclaggio, in quanto è vietato dalla legge lo smaltimento in discarica o mediante incenerimento.
CONFERIMENTO
La raccolta delle pile esaurite avviene in modalità diverse a seconda della categoria di appartenenza. In ogni caso, però, il servizio di raccolta e conferimento deve essere messo a disposizione dei cittadini in modo gratuito, senza obblighi di nessun genere. Ad esempio, non può essere chiesto al cittadino di acquistare nuove pile per conferire quelle esaurite. Per le pile comuni di uso domestico è possibile trovare degli appositi contenitori in numerosi punti vendita sul territorio nazionale, dai grandi centri commerciali alle piccole tabaccherie di provincia. Per quelle di uso industriale o professionale, i produttori possono organizzare dei punti di conferimento o provvedere alla raccolta direttamente presso gli utilizzatori finali. Ovviamente del conferimento si occupano anche i Comuni. Chi ha necessità di smaltire le pile deve andare alla ricerca del punto di raccolta più vicino, recarsi presso l’isola ecologica di riferimento, oppure contattare l’Ente per avere informazioni per l’eventuale ritiro e trasporto in discarica privato.
L’ALTERNATIVA ECO
Solo smaltendo correttamente le pile possiamo tutelare l’ambiente e, soprattutto, evitare di mettere a rischio la nostra salute. In realtà in commercio c’è un’alternativa sostenibile che fa bene alle tasche ed evita lo stress di trovare contenitori per lo smaltimento delle batterie, ovvero le pile ricaricabili. Questo sistema rappresenta l’alternativa migliore oltre che più sostenibile ed eco-compatibile.
I VANTAGGI
In primo luogo scegliere batterie ricaricabili costa meno. Se infatti al momento dell’acquisto ci sembrerà di aver speso di più, dopo meno di dieci ricariche avremo già ammortizzato tutti i costi sostenuti (una pila normale dura circa 24 mesi, ma il valore varia a seconda dell’elettrodomestico). Altro aspetto positivo da tenere in considerazione è la scelta del caricabatterie: se acquistiamo un modello che si adatta a tutte le tipologie (piccole, stilo, mini-stilo e regular) il vantaggio sarà ancora maggiore. Ma l’aspetto più importante da valutare è senza dubbio quello ecologico. Se acquistiamo pile ricaricabili, una volta esaurite, immetteremo nel ciclo della raccolta solo poche batterie, o comunque molte meno rispetto a quelle monouso. Ovviamente ciò rappresenta un risparmio importante per il nostro pianeta, che per la nostra scelta ‘verde’ ci ringrazierà.