Pisano: “Password di Stato per servizi online, anche privati”. Pd e Iv insorgono

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse

ROMA – Una password di Stato per accedere a tutti i servizi digitali della Pubblica Amministrazione e, attraverso l’identità digitale, ipotizzare l’uso delle stesse credenziali per i siti privati e l’e-commerce. La ministra dell’Innovazione tecnologica, Paola Pisano, parla di una “rivoluzione digitale”, ma l’idea solleva un polverone di polemiche.

Ai microfoni della trasmissione Eta Beta su Radio 1 Rai, l’esponente del Movimento 5 Stelle tenta di spiegare i benefici del progetto: “Username e password potrebbero essere utilizzati per i nostri conti in banca o per prenotare una macchina in sharing, andare al cinema o comprare su Amazon”, azzarda e, precisa, dovrebbero essere forniti dallo Stato perché “è l’unico soggetto ad avere la certezza che chi li usa è davvero quel cittadino”. Insomma, tutto sarebbe orientato a evitare le truffe di identità online.

La critica di Iv

L’idea è “inquietante”, commenta il leader di Iv, Matteo Renzi, che invita Pisano ad attuare il piano già pronto lanciato da Diego Piacentini e Paolo Barberis sull’identità digitale con un’unica app per tutti i servizi della Pa e lasciar perdere le “idee in stile Grande Fratello”. “A me questa cosa mette i brividi, e mi fermo per carità di patria”, reagisce Filippo Sensi del Pd, noto su Twitter con il nome di ‘Nomfup’. Molto perplessa anche l’ex ministra della Pubblica amministrazione, Marianna Madia, che chiede un confronto urgente sulle scelte complessive del Governo su digitale e dati: “Si tratta di un tema strategico per i diritti dei cittadini, la democrazia e la competitività del Paese. Alcune scelte meritano un approfondimento e un confronto ampio e non possono essere rilasciate ad improvvisazioni estemporanee”.

Le reazioni

Sui social, intanto, è una rincorsa a capire se la notizia sia una bufala. Impazzano i commenti con l’hashtag #Pisano: “Davvero ha detto così?”. “Questa password verrà tatuata sul braccio?”. “Schiavi e marchiati come bestie”. La pentastellata cerca di sgombrare il campo dagli equivoci, con poca presa: “L’identità digitale sarà rilasciata dallo Stato e servirà a identificare il cittadino in modo univoco verso lo Stato stesso. In futuro, per aziende e cittadini che lo vorranno, potrebbe essere ulteriore sistema di autenticazione”, scrive, di fatto confermando quanto i cittadini avevano già capito. Per mettere a tacere le polemiche dovrà intervenire, dopo qualche ora, direttamente il ministero dell’Innovazione, con un tweet ufficiale: “Nessuna nuova proposta, né nuova password di Stato. La ministra Pisano si riferiva alla Spid, già usata da 5 milioni di italiani. L’intenzione da discutere con tutti gli interlocutori istituzionali competenti è solo quella di affidarne la gestione direttamente allo Stato”.

di Maria Elena Ribezzo

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