Pizzo sulle piazze di spaccio, rischio faida a Ponticelli

NAPOLI – “Il pizzo va a pagato a noi”. Questa la frase riecheggiata negli ultimi tempi – più di una volta – dalle parti del rione Caravita di Cercola, comune che risente (eccome) dell’influenza criminale dei clan di Napoli est. Da sempre roccaforte consolidata del clan De Micco, oggi la mega piazza di spaccio è nel mirino dei rivali dei De Luca Bossa. Prima le richieste estorsive, poi le minacce, in alcuni casi addirittura gli ultimatum e poi gli spari: è quanto starebbe accadendo nel complesso di edilizia popolare un tempo conosciuto come rione 219.

Il motivo? Pagare il pizzo a un clan significa riconoscerlo come egemone, Di contro, però, c’è l’altra faccia del problema: non pagarlo a chi si versava in origine significa mettersi contro l’altro clan. E in alcune realtà, quelle in cui ci si guadagna da vivere ‘spingendo’ droga, più che delle forze dell’ordine si temono le azioni dei boss di camorra. Vittime di questi comportamenti sarebbero i gestori delle piazze di spaccio, che starebbero subendo le scorribande da parte di un gruppo criminale che starebbe agendo in nome e per conto dell’organizzazione malavitosa ‘originaria’ del Lotto O.

Il tempo della diplomazia è finito nel parco Caravita. Da qualche giorno i ‘nuovi’ De Luca Bossa sarebbero passati alle maniere forti. Eppure il gruppo criminale ha perso due dei suoi uomini più validi nel giro di qualche settimana: a inizio aprile è stato ammazzato Bruno Solla,ras di lungo corso dei De Luca Bossa, ucciso in un agguato a due passi da casa. Un omicidio eccellente seguito da una brillante operazione delle forze dell’ordine, che hanno arrestato il nipote di Solla, Eduardo Fiorentino Mammoliti, in via Matilde Serao, sorpreso in possesso di armi. Mammoliti oggi è in carcere ed è una pedina ferma. Non i De Luca Bossa. E con le richieste estorsive dei De Micco ormai usciti allo scoperto, il timore è che il parco possa diventare il fronte di una nuova fase della faida.

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