CASERTA (Giuseppe Tallino) – La Campania sta facendo la sua parte. Anzi, rispetto alle previsioni (e ai timori) iniziali, rispetto al fatto che di default viene puntualmente candidata come pecora nera (in ogni contesto possibile), sta ottenendo risultati importanti. Ma in cosa? Nella corsa ai fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. E allargando lo sguardo anche alle altre regioni del Meridione, possiamo dire che il Mezzogiorno non è affatto in ritardo con i bandi del Pnrr. I dati, del resto, parlano chiaro: sui 34 miliardi finora assegnati ai sindaci per progetti finanziati con i soldi del Recovery Plan, al Sud è andato (alla data del 7 marzo) il 44,9%, quota che ha superato la soglia minima del 40% che era stata prevista per il Mezzogiorno. Ai municipi del Nord, invece, è andato il 36,2% e il 18,9% al Centro.
Sicuramente è ancora troppo presto per iniziare a parlare di un Sud pronto al riscatto, di un Sud intenzionato a dare uno schiaffo morale a chi lo vede solo ed esclusivamente come zavorra, ma è un buon passo in avanti (dovrà mostrarsi bravo soprattutto a realizzare – entro i tempi previsti – le opere progettate).
Analizzando nel dettaglio i dati, i Comuni della Sicilia e della Lombardia sono i beneficiari della quota più ampia di risorse, con l’11,4% e l’11,2% rispettivamente. Seguono quelli della Campania con il 10,6% delle assegnazioni, e poi quelli del Lazio e della Puglia.
Le risorse del Pnrr destinate ai comuni italiani sono suddivise in missioni: la prima è la Digitalizzazione, la seconda è la Rivoluzione verde, la quarta è l’Istruzione e ricerca, e la quinta è denominata Inclusione e coesione. Traducendo le percentuali in denaro, la Campania, relativamente alla prima missione, si è accaparrata 227 milioni di euro, 1.328 milioni per il verde e la transizione ecologica, 892 milioni per la quarta e 1.180 milioni per l’inclusione e coesione, per un totale di 3.630 milioni di euro.
Meglio di lei, come già visto con i dati percentuali, hanno fatto soltanto la Sicilia, con 3.980 milioni di euro, e la Lombardia, che ha ottenuto 3.833 milioni di euro.
Le missioni hanno dei sottogruppi. Ad esempio, nella prima c’è un comparto specifico che riguarda il Turismo e la cultura, per il quale la Campania ha ottenuto circa 63 milioni di euro. Nella seconda, invece, ci sono i settori dedicati all’Agricoltura sostenibile e all’economia circolare e quello che ha come tema l’Energia rinnovabile, per i quali la Regione diretta dal governatore Vincenzo De Luca ha ottenuto rispettivamente 18,8 milioni e 405 milioni di euro.
Dove pure la Campania ha incassato tanto, è l’ambito che riguarda la Tutela del territorio e della risorsa idrica (sottogruppo della seconda missione): ben 729 milioni. Bene anche il settore Potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione (dagli asili nido alle università) che ha ‘fruttato’ quasi 802 milioni. Meglio ancora la Campania ha fatto con le Infrastrutture sociali, famiglie, comunità e terzo settore (sottogruppo della missione ‘Inclusione e coesione’), incassando 1.101 milioni di euro.
È un’occasione unica e importante che potrebbe consentire all’Italia di risolvere alcune delle criticità che la affliggono da decenni: è così che il Pnrr era stato presentato. Milioni di euro che l’Europa ha voluto far piovere per consentire ai suoi Stati membri di riprendersi dopo il duro periodo di crisi generato (anche) dall’epidemia di Covid-19. E ad oggi la Campania è una delle Regioni che sta facendo meglio per riuscire ad intercettare quel denaro.
In tutta Italia sono state già bandite 35 mila gare per un valore di 17 miliardi e 732 mila euro su un totale di assegnazioni agli enti locali pari a 34,1 miliardi di euro.
Analizzando in modo generale (in chiave italiana) la situazione del Pnrr, emerge una forte concentrazione delle risorse destinate ai comuni nella seconda missione, dedicata alla rivoluzione verde e alla transizione ecologica, che rappresenta il 41,4% del totale. Inoltre, un terzo del budget totale (34 miliardi di euro) è stato destinato alla Missione 5, per l’inclusione e la coesione, con una componente specifica per le infrastrutture sociali, le famiglie, le comunità e il terzo settore, che rappresenta il 28,4% degli importi totali. Meno di un quinto delle risorse assegnate ai Comuni (19,2%) è stato invece destinato alla quarta missione per il potenziamento dell’offerta dei servizi di istruzione. Infine, circa il 9% delle risorse assegnate ai comuni beneficiari rientra nella Missione 1 per la digitalizzazione, l’innovazione, la competitività, la cultura e il turismo.
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