TIJUANA – Sono arrivati in cento circa e sono stati respinti a colpi di gas lacrimogeni. È accaduto a Tijuana dove una carovana partita dall’Ecuador ha cercato nella notte di varcare il confine tra Messico e Stati Uniti. Le guardie di confine americane, però, erano lì ad aspettarli.
Polemiche sulla risposta delle guardie con l’utilizzo di gas lacrimogeni
Secondo testimonianze sono state almeno tre le raffiche di gas sparate che hanno colpito tra i migranti anche donne e bambini e alcuni reporter che erano sul posto per documentare quanto stava accadendo. Erano le 20 locali, le 5 del mattino in Italia, quando il folto gruppo di migranti si è radunato nell’area di Playas di Tijuana. L’obiettivo, chiaro, era quello di provare a superare le recinzioni che separano attualmente gli Stati Uniti dal Messico. Dall’altra parte, come detto, decine di guardie di confine erano già in posizione e con i lacrimogeni hanno respinto il gruppo. La tensione è stata altissima,
dalla polizia di frontiera hanno fatto sapere che il gas è stato sparato soltanto per bloccare chi lanciava pietre per impedire agli agenti di aiutare i bambini che stavano oltrepassando la recinzione. Al termine dell’operazione sono stati 25 i migranti arrestati.
Un 2018 terrificante
L’ennesimo episodio estremo, dunque, che ha documentato il tentativo di passare il confine Usa-Messico. Se ne sono visti tantissimi nell’anno che si è appena concluso. E i dati in tal senso parlano soltanto di tragedie. Sono stati 376 i migranti morti nel tentativo di entrare illegalmente negli Stati Uniti come testimoniato dai dati del gruppo ‘International Organization for Migration’s Missing Migrant Project’. Si tratta di un’organizzazione capace di registrare i decessi di migranti, rifugiati e richiedenti asilo che spesso si incamminano su rotte di speranza che in realtà si trasformano in strade di morte. In totale hanno perso la vita nel 2018 ben 214 uomini, 20 donne e 4 bambini. Tanti altri non sono mai stati identificati.