Rc auto, tariffe più care per 1,2 milioni di italiani

Dalle analisi condotte da Facile.it emerge anche che gli automobilisti meno prudenti alla guida sono i pensionati

MILANO – Il nuovo anno si apre con una brutta notizia per quasi 1,2 milioni di italiani. Tanti sono gli automobilisti che, secondo l’analisi fatta da Facile.it, avendo denunciato alle assicurazioni un sinistro con colpa avvenuto nel 2018, vedranno aumentare la propria classe di merito e parallelamente il costo dell’Rc auto. In termini percentuali si tratta del 3,83% del campione analizzato (500.000 preventivi di rinnovo RC) e il dato è in diminuzione di quasi il 10% rispetto all’anno precedente quando ad aver denunciato sinistri con colpa erano stati il 4,22% degli automobilisti alle prese con il rinnovo della polizza Rc auto.

Rc auto, l’andamento delle tariffe

Guardando all’andamento delle tariffe Rc auto nel corso dello scorso anno, nonostante il calo delle tariffe registrato nel secondo semestre, a dicembre 2018 il premio medio è nuovamente aumentato toccando i 580,67 euro, valore superiore del 3,16% rispetto allo stesso mese del 2017.

La parola al responsabile di Facile.it

“Secondo l’indagine che abbiamo commissionato all’istituto di ricerca mUp Research, lo scorso anno l’Rc auto è stata una delle voci di spesa che ha inciso di più sul bilancio delle famiglie ed è quella sulla quale, anche nel 2019, si cercherà di risparmiare maggiormente”, spiega Diego Palano, responsabile Assicurazioni di Facile.it. “La buona notizia è che molti lo hanno già fatto; secondo i risultati dell’indagine, nel 2018 sono oltre 11 milioni gli automobilisti che sono riusciti a ridurre la spesa trovando un’offerta migliore”.

Sinistri, le donne hanno denunciato di più

Guardando al profilo socio-demografico degli automobilisti che dovranno pagare di più a causa di un incidente con colpa, la prima differenza che emerge è legata al sesso. Fra gli uomini hanno denunciato sinistri con colpa solo il 3,55%, mentre tra le donne la percentuale è più alta, pari al 4,33%.

Sicurezza e classe di merito

Se l’età media degli automobilisti che vedranno peggiorare la propria classe di merito è pari a 46 anni va notato come i giovani neopatentati, probabilmente a causa di una maggior insicurezza che li porta ad avere più attenzione sulle strade, abbiano denunciato, in percentuale, meno incidenti con colpa rispetto alla media nazionale; solo il 2,03% degli automobilisti con età compresa tra i 18 e i 20 anni peggiorerà la propria classe di merito.

I pensionati sono i meno prudenti al volante

Leggendo i dati in base alla professione dichiarata in fase di preventivo, emerge che sono i pensionati gli automobilisti meno prudenti; tra loro, il 4,46% vedrà un aumento delle tariffe Rc auto a causa di un incidente con colpa. Seguono gli impiegati (4,26%) e gli insegnanti (4,21%). Valori sopra la media nazionale anche per il personale medico (4,18%, percentuale in calo rispetto allo scorso anno, quando occupavano la prima posizione in classifica con il 5,03%) e i liberi professionisti (4,13%). Nessuna novità, invece, rispetto alla classifica degli automobilisti più virtuosi; stabili nelle prime posizioni gli ecclesiastici (2,23%) e le forze armate (2,49%).

Le differenze su base regionale

Leggendo i dati su base regionale emergono differenze significative tra le diverse zone d’Italia. La regione che ha registrato la percentuale più alta di automobilisti che hanno denunciato all’assicurazione un sinistro con colpa che farà scattare l’aumento delle tariffe Rc auto è la Liguria (5,09%). Seguono il Lazio, dove il 4,95% degli automobilisti vedrà un aumento delle tariffe assicurative, le Marche (4,87%) e la Toscana (4,87%).

Guardando la graduatoria nel senso opposto, i valori più bassi sono stati registrati in Molise (1,13%), Calabria (1,52%) e Basilicata (1,53%). Rispetto allo scorso anno, tutte le regioni hanno registrato valori in calo, ad eccezione della Valle d’Aosta dove la percentuale è passata dal 2,70% al 3,23%. Le aree del Paese dove invece le percentuali sono calate maggiormente sono l’Umbria (passata dal 6,22% al 4,53%), la Basilicata (da 2,76% a 1,53%) e il Friuli-Venezia Giulia (da 4,39% a 3,32%).

(Lapresse)

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