MILANO (LaPresse) – “Siamo certi di postdatare la data dell’eruzione di Pompei”. Lo dice dopo il vasto e controverso dibattito internazionale sull’iscrizione che cambia la storia dell’eruzione di Pompei, il direttore generale del Parco archeologico, Massimo Osanna, ospite di “Petrolio”, in onda sabato 27 ottobre su Rai1.
Pompei, l’eruzione del Vesuvio va postdatata
“C’è una data che è una data emblematica, dice ‘sedici giorni prima delle calende di novembre’, quindi si registra qualcosa che sarebbe avvenuto il 17 di ottobre. Sappiamo che l’eruzione secondo la vulgata accadde il 24 di agosto, ora questa iscrizione potrebbe posticipare la data dell’eruzione. Non c’è l’anno perché normalmente veniva dato con il nome dei consoli, perché questa è una scritta destinata a durare poco”.
La parola al direttore generale del Parco Archeologico
“Con la mia équipe stiamo pensando che questa scritta sia decisiva come documentazione – prosegue Osanna a Petrolio – perché la stanza era in ristrutturazione. La casa era abitata, era stata ampiamente ristrutturata negli altri ambienti. Proprio in questa stanza che è l’atrio si lavorava, c’era una macina piena di calce e di materiali per rifare gli intonaci e lì oltre a questa iscrizione ci sono graffiti, caricature, ci sono teste caricaturali, evidentemente c’erano gli operai che si divertivano proprio perché la stanza presto sarebbe stata rivestita” ha spiegato Osanna.
Una notizia che rivoluziona il settore
“Questa notizia è particolarmente emblematica perché ci spiega tante cose, può sembrare una banalità. Due mesi prima o dopo cosa significano? Che ci spieghiamo tante anomalie che fino ad ora erano rimaste inspiegate, come la presenza di frutti autunnali e di un braciere. Alcuni studiosi avevano già detto che l’eruzione doveva essere più tardi”, conclude Massimo Osanna.