Ponticelli senza medici di base, la soluzione tampone non basta

Dieci camici bianchi in pensione rimpiazzati con personale con contratti brevi: in 10mila non sanno a chi rivolgersi

Nelle foto a destra dall’alto Piera Migliaccio e Antonella Lombardo

NAPOLI – L’emergenza che da mesi vede un intero quartiere, Ponticelli, orfano di medici di base non è di fatto mai rientrata. Tutto è cominciato alla fine dell’anno scorso, quando più o meno simultaneamente dieci medici di famiglia sono andati in pensione per non essere più sostituiti. Si tratta di camici bianchi che avevano in cura, rispettivamente, dalle centinaia al migliaio di assistiti.
L’ultima stima dell’entità della platea lasciata sguarnita di un servizio che le spetterebbe di diritto contava circa diecimila residenti. Un vuoto che l’Asl ha rimpiazzato con nuovi medici vincolati, però, a contratti dalla scadenza molto breve, al più tardi di sei mesi.
La temporaneità delle sostituzioni ha creato un corto circuito nella vita quotidiana dei cittadini: “Dall’anno scorso a oggi – racconta Piera Migliaccio, presidente dell’associazione ‘Uniti per vincere’ – abbiamo registrato casi di persone che hanno cambiato medico per tre, addirittura quattro volte di fila. Questo costituisce un problema per chi ha bisogno di cure sul lungo termine che non devono essere in alcun modo interrotte”. È il caso, tra i tanti, di una madre preoccupata per la figlia affetta da anoressia e che da mesi è alla ricerca di un medico con cui poter iniziare un percorso senza doverlo interrompere dopo poche settimane.

“Per di più – continua Migliaccio –, all’atto del cambio medico, la scadenza del contratto non è nota non solo a noi assistiti, ma in certa misura anche agli stessi dottori. Ero in studio quando uno di essi, mentre usava il pc per stampare una ricetta, ha scoperto dall’oggi al domani che il suo contratto non sarebbe stato rinnovato. Per chiedere l’assegnazione a un nuovo medico di famiglia, l’Asl ha messo a disposizione un indirizzo di posta elettronica (direzione.ds32@aslnapoli1centro.it) a cui segnalare la necessità e il luogo di preferenza. “Da mesi ormai – racconta Migliaccio – gli impiegati dei Caf mi raccontano di persone anziane che a loro si rivolgono per chiedere cosa sia una mail”. Si tentano le vie della tecnologia pur non essendovi affatto familiari, spiegano alcuni residenti di Ponticelli, a causa della congestione agli sportelli del distretto sanitario.

Chi non riesce – né via mail né agli sportelli – a rimediare un dottore, ricorre alla guardia medica, ingolfando un servizio predisposto ad altro tipo di emergenze. “È già capitato che alcuni cittadini – continua Migliaccio – siano stati mandati via anche in malo modo. La colpa non è né dei residenti, che non sanno come avere delle cure, né dei medici della guardia notturna, subissati di un carico di lavoro oltre le loro possibilità”.
Anche ottenuta, l’assegnazione di un medico talvolta non risolve il problema. O meglio, ne crea un secondo: “Alcune zone – racconta Antonella Lombardo, residente a Ponticelli – sono tagliate fuori dalle sostituzioni. Molti medici vengono destinati al rione Incis, dove magari c’è più necessità, ma se vivi nei pressi di via Argine sei praticamente tagliato fuori. Penso soprattutto alle persone anziane, che non sanno come spostarsi”.

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