Portogallo: apre il primo santuario per elefanti

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Santuario elefanti
Santuario elefanti

Nel sud del Portogallo è stato realizzato un progetto inedito in Europa: un santuario per elefanti concepito come dimora finale per animali che hanno trascorso l’intera esistenza in cattività. L’iniziativa, situata nella regione dell’Alentejo, segna una rottura con la gestione tradizionale degli animali selvatici nel continente, mettendo in discussione il loro utilizzo per scopi di intrattenimento.

Per decenni, gli esemplari di questa specie sono stati considerati oggetti da esporre, sacrificando i loro bisogni etologici fondamentali come ampi spazi e complesse interazioni sociali in nome del profitto di zoo e circhi. Il nuovo centro nasce come risposta a questa logica, con l’obiettivo di riparare ai danni subiti, non di mostrarli al pubblico.

L’area scelta si estende per oltre 400 ettari tra Vila Viçosa e Alandroal, nel distretto di Évora. La selezione di questa zona non è stata casuale: offre un equilibrio ideale tra clima mite, ricca biodiversità e bassa densità abitativa, condizioni essenziali per il benessere di individui che hanno vissuto a lungo in contesti artificiali e stressanti.

All’interno del rifugio, i pachidermi potranno muoversi liberamente, senza percorsi prestabiliti, e interagire secondo le loro dinamiche sociali. La presenza umana sarà di supporto e non di controllo. Un team di veterinari ed etologi monitorerà costantemente la salute di ogni animale, intervenendo solo in caso di necessità e rispettando i suoi tempi di adattamento.

Dietro al progetto c’è l’ONG Pangea Trust, attiva dal 2017 nella protezione della fauna esotica. Il principio fondante del santuario è radicale e chiaro: nessuna forma di intrattenimento. Non saranno venduti biglietti, né organizzati tour guidati o eventi; la struttura non mira a generare flussi turistici, ma a garantire una casa sicura e definitiva.

L’accesso sarà quindi strettamente riservato a personale qualificato, ricercatori e studenti impegnati in percorsi formativi. Le rare aperture previste per la comunità locale avranno unicamente uno scopo educativo e di sensibilizzazione, senza alcuna finalità commerciale.

La prima ospite ad arrivare sarà Kariba, un’elefantessa africana di circa quarant’anni. La sua storia riassume decenni di prigionia in Europa: catturata in Zimbabwe negli anni Ottanta, è stata trasferita tra diverse strutture in Germania, Paesi Bassi e Belgio, vivendo sempre in spazi ristretti e con stimoli limitati.

Il suo trasferimento in Portogallo segnerà per lei l’inizio di una vita finalmente in linea con i suoi bisogni naturali. Il suo inserimento avverrà in modo graduale, con un attento monitoraggio per favorire il suo adattamento fisico ed emotivo.

Il santuario dell’Alentejo potrà accogliere fino a 20-30 elefanti, ma il suo impatto va oltre i numeri. In un’epoca in cui molti Paesi europei stanno riconsiderando il ruolo di parchi zoologici e circhi, questo modello costituisce un precedente concreto e dimostra che esiste un’alternativa praticabile al confinamento permanente.

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