ROMA – Dopo essere rimasti tre giorni sospesi tra il mare e la terra ferma sono finalmente sbarcati i 450 migranti che si trovavano a bordo delle navi Protector di Frontex e Monte Sperone della Finanza italiana. L’autorizzazione allo sbarco nel porto di Pozzallo è arrivata ieri a mezzanotte dal Viminale. Ora, dopo le operazioni di prima accoglienza, parte dei migranti verranno smistati verso i 5 paesi europei che si sono offerti di prenderli in carico. Salvini: “Lo smistamento è una vittoria politica“.
Salvini: E’ una vittoria politica. Per l’Onu è stata una sofferenza ingiusta
Adesso prefettura e questura dovranno mettersi a lavoro per lo smistamento dei migranti nei 5 paesi Ue che hanno dato via libera all’accoglienza. Sono Francia, Spagna, Portogallo, Germania e Malta. Per Matteo Salvini si tratta di una vittoria politica dell’Italia. “Oggi per la prima volta potremo dire che sono sbarcati finalmente in Europa”, il commento da Palazzo Chigi. Per Unhcr Italia, il remo dell’Onu che si occupa di rifugiati, trattenere le navi in rada a Pozzallo per due giorni è stata “una sofferenza prolungata, ingiusta”.
Lo sbarco a notte fonda. Il sindaco di Pozzallo: “Incontro con Salvini”
Lo sbarco è iniziato a notte fonda, alle due del mattino. Dopo le operazioni medico-saniteria di primo soccorso, i 450 migranti sono stati trasferiti all’hotspot di Pozzallo. Anche per il sindaco di Pozzallo, Roberto Ammatuna, si tratta di una vittoria italiana ed europea. Il sindaco ha poi chiesto un incontro urgente con il leader della Lega: “Bisogna discutere ogni dettaglio per il futuro. Evitare errori che potrebbero compromettere il lavoro certosino che portiamo avanti da anni“.
L’ok di 5 Paesi e le critiche del gruppo di Visegrad
Il Viminale ha dato il via libera alle due imbarcazioni di fare porto a Pozzallo solo dopo essersi assicurato che altri paesi Europei avrebbero accolto parte dei migranti. Prima Malta e Francia, che per primi hanno dato disponibilità. Poi si sono accodati anche Germania, Portogallo e Spagna. Un no secco, con tanto di critiche, è arrivato invece dai Paesi di Visegrad. Con la Repubblica Ceca che ha addirittura definito la strategia italiana “la via verso l’inferno“.