Gli incontri tra esseri umani e fauna selvatica che si concludono con la morte di una persona sono un’eccezione. Esistono però almeno tre specie di grandi predatori che, in circostanze straordinarie, hanno considerato l’uomo come una potenziale preda.
I leoni figurano tra i pochi carnivori per cui esistono testimonianze dirette di caccia attiva verso l’uomo. Un esempio noto è stato un attacco nel 2015 in Sudafrica a una turista. I dati lo confermano: solo in Tanzania si sono registrati circa 50 decessi annui per aggressioni di leoni. Questi episodi avvengono quasi sempre di notte e coinvolgono principalmente giovani. La Tanzania è un “punto caldo” per la sua densa popolazione di felini, dove le interazioni con le persone sono più probabili.
Gli attacchi degli orsi polari, sebbene più rari, sono documentati. La cronaca ha riportato un caso in Alaska nel 2023 e un altro in Canada nel 2024. Uno studio ha contato 73 attacchi tra il 1870 e il 2014, di cui 20 fatali.
È significativo che il 20% di queste aggressioni sia avvenuto tra il 2010 e il 2014. Gli scienziati hanno collegato l’incremento alla scarsità di cibo nel loro ambiente, un fattore che spinge soprattutto i maschi ad avvicinarsi alle aree abitate in cerca di sostentamento.
Infine, vi sono i coccodrilli. Di 26 specie conosciute, 8 hanno storicamente attaccato l’uomo. I più letali sono il coccodrillo del Nilo e quello marino. A differenza di altri animali, non cacciano attivamente le persone, ma agiscono da predatori opportunisti.
Attaccano qualsiasi preda si trovi in una situazione di vulnerabilità, e a volte questa è un essere umano. Un caso emblematico è stato “Osama”, un coccodrillo del Nilo che ha ucciso 83 persone attorno al Lago Vittoria prima della sua cattura.
Questi numeri, per quanto drammatici, sono minimi rispetto alla situazione inversa. Ogni anno l’uomo è responsabile della morte di miliardi di animali. Si tratta sia di miliardi di capi d’allevamento per scopi alimentari, sia di decine di milioni di selvatici, cacciati o vittime indirette di attività come la distruzione degli habitat.
In conclusione, un attacco letale da parte di un animale resta un evento raro, mentre il suo contrario rappresenta la norma su scala globale.



















