NAPOLI – In fila sin dalle prime ore del mattino, a dispetto del maltempo che ha condizionato solo in parte il voto alle Primarie del Pd. Sono circa 36327 i votanti a Napoli e provincia, mentre all’Hotel Ramada la Commissione provinciale dem si destreggia con i dati parziali che arrivano dai seggi e che fanno segnare una netta spaccatura sulle preferenze nei circoli delle Municipalità e dell’Area metropolitana. A cantare vittoria, intanto, è Elly Schlein, il cui comitato elettorale intorno alle 22:30 ha annunciato la vittoria a Napoli città, mentre Stefano Bonaccini si impone a Salerno nel feudo del governatore De Luca. Sarebbero 6500 circa i voti per Schlein a Napoli, contro i 5500 per Bonaccini. Ma la frammentazione delle preferenze è piuttosto netta nel capoluogo partenopeo, anche tra seggi apparentemente vicini.
Nella Municipalità 3 Stella San Carlo, ad esempio, Bonaccini porta a casa 679 voti contro i 294 di Schlein, che invece prevale nettamente nel circolo dem del Vomero, nel gazebo allestito in via Scarlatti, con 812 preferenze contro le 254 per il governatore dell’Emilia Romagna. Schlein in netto vantaggio anche all’Arenella e nella Munipalità 5. Ma lo spoglio a Napoli città procede a rilento, al punto che alle ore 22 manca ancora un dato preciso sull’affluenza. Ben diversa la situazione nell’Area metropolitana, dove Schlein fa man bassa a Castellammare di Stabia, Torre Annunziata ed Ercolano. Nel feudo stabiese, in particolare, si registrano 1296 votanti, alla sede di corso Vittorio Emanuele: 865 preferenze sono andate alla Schlein mentre 431 allo sconfitto Bonaccini, che a Torre Annunziata ha ricevuto 152 voti contro i 177 per Schlein. Pochissimi i votanti, invece, ad Ercolano, dove Schlein ottiene 152 voti e Bonaccini si ferma a 102. A Torre del Greco, la città con più residenti, si registrano 857 voti per Bonaccini e 143 a Schlein. A Gragnano, invece, è proprio Bonaccini ad affermarsi con 313 preferenze contro 278 per Schlein, che si ferma a 70 voti a Poggiomarino, dove Bonaccini raggiunge quota 240 voti, proprio nella città del nuovo coordinatore provinciale Giuseppe Annunziata. Molto ampio il divario in favore di Bonaccini anche nell’area boschese: a Boscoreale il governatore emiliano conquista 448 consensi, la Schlein si ferma a 45. A Boscotrecase, Bonaccini si impone con 208 voti contro 25.
Lo scenario che emerge a livello nazionale, in ogni modo, è quello di un netto predominio per Schlein nel Centro-nord, mentre al Sud è Bonaccini a tenersi stretto un discreto margine. E sul territorio di Napoli a profilarsi all’orizzonte, a prescindere dall’esito definitivo dello spoglio, è lo scarso appeal dei consiglieri regionali dem che hanno teso la mano a Bonaccini e si sono esposti apertamente a sostegno del governatore dell’Emilia Romagna. L’avanzata di Schlein è stata netta nelle ultime settimane, fino a determinare il probabile ribaltone. A spiccare, in ogni modo, è la presenza ai seggi di un numero cospicuo di votanti anche se l’età media della platea dem è piuttosto alta. In fila davanti ai gazebo allestiti in via Toledo, al Vomero, a Chiaiano e nelle sedi dei vari circoli ci sono soprattutto gli over 50.
A Caserta l’elettorato c’è ma i giovani non si sono visti: in tanti si sono recati a votare per le primarie del Pd nei seggi a Caserta e provincia ma la presenza degli elettori più vicini alla maggiore età che agli ‘anta’ è stata a dir poco scarsa.
Dopo il caos e i ricorsi, lo scandalo dei tesseramenti e gli altri problemi, gli elettori (e non) del Pd hanno potuto scegliere il nuovo segretario, esprimendo una spiccata preferenza per Stefano Bonaccini nonostante la vittoria di Elly Schlein. Un’affluenza consistente che però si è interrotta nel giro di poco. Complice il maltempo che, con alcuni scrosci di pioggia a metà mattina e un vero e proprio temporale nel primo pomeriggio, ha scoraggiato numerosi elettori dal recarsi ai seggi nel Casertano. Un risultato che non stupisce più di tanto. Gli elettori del Partito Democratico vogliono sì innovazione ma non pochi sono alla ricerca di una stabilità per il partito. Che con 8 segretari in 15 anni non rappresenta di certo una compagine coesa.
Da Walter Veltroni a Enrico Letta non ce n’è stato uno che abbia potuto concludere il suo mandato fino alla fine. Soltanto Matteo Renzi riuscì a farsi eleggere per due volte (con risultati per il Pd discutibili) e quello di Maurizio Martina venne interrotto ad appena 4 mesi dall’insediamento. Non sembra aver influito molto l’abbassamento del limite di età a 16 anni, come si è potuto notare ieri al seggio di piazza Vanvitelli nel capoluogo. Il risultato a cui si è arrivati non è stato merito delle preferenze espresse dai giovani. Pochi, infatti, quelli che in mattinata si sono recati a votare. Alta l’età media degli elettori, pochi al di sotto degli ‘anta’. La partita per il posto del segretario evidenzia una sorta di scontro generazionale nelle file del partito. Nel senso che il Pd, nonostante le ambizioni ‘giovanili’, non riesce ad attrarre l’interesse degli elettori ‘freschi di scheda’. a scelta del nuovo segretario non ha mancato di scatenare qualche turbolenza. Come a portico di Caserta, dove il seggio non è stato aperto, proprio nel Comune di Giuseppe Oliviero, fratello del presidente del consiglio Regionale Gennaro Oliviero.
A segnalarlo alcuni membri della commissione provinciale che risponde al politico di Sessa Aurunca. La mancata apertura sarebbe dovuta all’assenza del kit, così come a quella delle schede per il seggio. Il presidente del seggio di Portico, dopo essere stato contattato per l’arrivo del materiale, non avrebbe però dato la disponibilità al ritiro dello stesso. Il sindaco di Portico si è detto estraneo alla vicenda: non sarebbe stata sua la responsabilità per il ritiro delle schede. Il seggio di Portico è rimasto chiuso. I cittadini, alla fine, sono stai accorpati con quelli del Comune di Portico di Caserta. Così come pure il doppio seggio a Sessa Aurunca, alla fine, non c’è stato. Molti, ai seggi, a non far parte direttamente del popolo ‘democratico’. Nel capoluogo diversi i consiglieri comunali che, pur non facendo parte del Pd, si sono recati per esprimere la propria preferenza su chi debba essere il prossimo segretario per il partito. Una discussione accesa quella per la guida dei ‘dem’, che dopo lo scandalo delle tessere cercano nel Casertano stabilità ma anche cambiamento. Schlein, per loro, sembra essere stato il giusto compromesso.
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