LONDRA – A chi non è mai capitato di rivivere nei ricordi situazioni legate alla propria infanzia. Un film nitido, chiaro, di fatti vissuti da bambino con genitori, familiari e coetanei in determinati contesti. Tutto falso. E’ solo frutto della nostra fantasia che lavora su fotografie o conversazioni familiari relativi a un’epoca oramai troppo lontana per essere ricordata. Lo rileva uno studio della City University of London, dell’Università di Bradford e di quella di Nottingham Trent, pubblicato sulla rivista Psychological Science.
Lo studio
Ricerche attuali indicano che le prime memorie risalgono generalmente all’età compresa fra tre anni e tre anni e mezzo. Tuttavia lo studio, condotto su 6.641 persone, ha rilevato che il 38,6% degli intervistati ha affermato di avere ricordi di quando aveva due anni o era ancora più piccolo. Addirittura 893 persone rivendicavano di avere ricordi relativi a un anno di vita o persino prima. Questo era particolarmente diffuso tra gli adulti di mezza età e gli anziani.
La metodologia della ricerca
I ricercatori hanno quindi chiesto ai volontari di dettagliare il loro primo ricordo insieme all’età che avevano al momento. Delle descrizioni i ricercatori hanno poi esaminato il contenuto, la lingua, la natura e i dettagli descrittivi, valutando i probabili motivi per cui le persone rivendicano di avere ricordi di un’epoca in cui la ricerca indica che non possono essere formati.
Solo rappresentazioni mentali
Poiché molti ricordi risalgono a prima dei due anni, gli autori suggeriscono che ciò che si ha in mente quando si richiamano queste prime memorie è una rappresentazione mentale costituita da frammenti ricordati di esperienze precedenti e alcuni fatti o conoscenze sulla propria infanzia, anziché su ricordi reali.