Unicredit: bene Eba su Cashes, banca denuncia Caius per abusi

"Unicredit accoglie con soddisfazione la decisione dell'Eba di non aprire un'indagine sulla base della richiesta presentata da Caius Capital e di confermare la posizione del 2012 riguardo al trattamento dei Cashes".

Foto LaPresse - Matteo Corner
Milano, 20 lug. (LaPresse) – “Unicredit accoglie con soddisfazione la decisione dell’Eba di non aprire un’indagine sulla base della richiesta presentata da Caius Capital e di confermare la posizione del 2012 riguardo al trattamento dei Cashes”. Lo si legge in una nota dell’istituto di piazza Gae Aulenti. “Questo conferma quanto dichiarato da Unicredit in precedenza, cioè che il trattamento dei Cashes è stato esaminato e confermato da tutte le autorità competenti. Inoltre che le azioni ordinarie di Unicredit devono essere computate come Cet1”. Quindi unicredit ha notificato alle autorità competenti del mercato le azioni di Caius Capital alla luce di possibili abusi di mercato. Unicredit sta inoltre valutando qualsiasi altro ricorso al fine di tutelare i propri stakeholder, azionisti e obbligazionisti.

la restaurazione

Il titolo originale Cashes, del 2008, è stato seguito da una ristrutturazione nel 2011. Quindi il 3 maggio scorsl l’Eba ha ricevuto una lettera da Caius che ha chiesto un’indagine formale in merito al fatto che la Bce e la Banca d’Italia abbiano violato la normativa dell’Unione a causa della classificazione Cet1 degli strumenti di capitale di Unicredit. Allora l’autorità bancaria europea ha esaminato dunque la richiesta nel contesto dell’esercizio della sua discrezionalità di aprire una propria proceduta di infrazione. Il che avrebbe potuto portare a un riesame della classificazione dello strumento. Quindi tenendo conto delle informazioni raccolte durante le indagini preliminari dell’Eba e della posizione precedentemente adottata dalla stessa autorità nel 2012. Quindi per quanto riguarda l’operazione Cashes. Inoltre tenendo conto del grado di discrezionalità a disposizione delle autorità competenti nel determinare i loro programmi annuali di vigilanza. Va stabilito che “non vi sono fondati motivi per ritenere che la Bce abbia omesso di svolgere le proprie responsabilità di vigilanza. In modo tale da violare gli obblighi previsti dal diritto dell’Unione”.

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