ROMA (LaPresse) – La partecipazione di Raffaele Marra alla scelta degli incarichi dopo l’arrivo della giunta Raggi. Compresa la scelta del fratello Renato messo a capo della Direzione Turismo, “fu attiva e sostanziale, non solo compilativa”. Questa la sintesi della ricostruzione fatta da Maurizia Quattrone. Il capo del pool investigativo nel procedimento per falso a carico di Virginia Raggi, sentita oggi in aula.
La ricostruzione dei fatti
La sindaca, presente in udienza, ascolta la deposizione nella quale la commissaria della squadra mobile ripercorre le tappe dell’inchiesta partita dopo la nomina del fratello dell’allora capo del personale del Campidoglio. Vengono lette le chat e si dà conto delle comunicazioni telefoniche intercorse tra Raffaele Marra e gli altri protagonisti della vicenda nel periodo della scelta dei candidati (ottobre 2016) e nei giorni successivi. Quando la ‘promozione’ di Renato Marra suscita grande scalpore mediatico.
Il ruolo di Raffaele Marra
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, Raffaele Marra è, durante tutto il periodo dell’interpello per le nomine dirigenziali, il punto di riferimento per presidenti di municipi, assessori, uffici tecnici e per la stessa sindaca. E’ a lui che si rivolge chiunque abbia un dubbio sul mettere una persona in un determinato ruolo, spiega Quattrone. Per settimane, sui profili mail, telegram e whatsapp di Marra arrivano richieste e informazioni da assessori e presidenti di municipi. Alle richieste su nuovi incarichi e riconferme fanno seguito i ringraziamenti, sempre a Marra, via mail e sms, sugli incarichi accordati.
L’influenza di Marra nelle nomine
“Sicuramente Marra – sottolinea Quattrone – ha avuto un’influenza nel nominare il fratello Renato alla Direzione di turismo, la sua di certo non era una mera attività compilativa”. La sindaca a lui si rivolge per sciogliere ogni nodo delle 140 nomine da decidere. Tanto che, quando la scelta di Renato Marra fa scoppiare la polemica è al fratello Raffaele, suo strettissimo collaboratore, che chiede conto di quanto successo. “Sapevi bene che avrei subito attacchi e non mi dici nulla?” Lo attacca Raggi con un messaggio su Telegram. Dopo le polemiche nate dall’aumento di stipendio ottenuto da Renato Marra a seguito della promozione.
La ricostruzione e la risposta della Raggi
E quando l’allora braccio destro della sindaca risponde che lo stipendio del fratello Renato è lo stesso che avrebbe avuto se fosse stato promosso a vice comandante della polizia locale (altra posizione cui aspirava ndr), Raggi lo gela. “Infatti abbiamo dato vice no” e aggiunge: “Abbiamo detto resta con Adriano (Meloni ndr)“.
Inoltre dalle indagini emergono conversazioni dei fratelli Marra, risalenti all’estate del 2016 nelle quali i due parlano di come sponsorizzare la nomina di Renato. E di come superare il conflitto di interessi di Raffaele legato alla decisione. Raggi è a processo per aver dichiarato alla responsabile anticorruzione del Campidoglio, di aver deciso, lei sola, ogni dettaglio della nomina di Renato Marra, senza consultare il fratello. Per la stessa vicenda Raffaele Marra risponde di abuso di ufficio in un processo a parte.
di Alessandra Lemme