MANAGUA – Quattro persone sono morte e decine sono rimaste ferite la scorsa notte a Masatepe in Nicaraguam nel corso delle proteste contro il presidente Daniel Ortega. Gruppi militari governativi e antisommossa hanno circondato e attaccato la sede della Curia. A denunciare e condannare l’attacco in vescovo ausiliare della capitale nicaraguense Silvio José Baez. Lunedì i gruppi filo-governativi avevano attaccate le barricate presidiate dagli attivisti nella capitale Managua. Un altro attacco martedì nella città di Jinotepe. La violenta repressione applicata dal regime alle manifestazioni contro il presidente negli ultimi mesi ha causato probabilmente più di 147 morti.
L’allarme del vescovo
“Da diverse ore folle inferocite e gruppi antisommossa stanno attaccando Masatape – è questo il messaggio lanciato dal capo della diocesi José Baez – Il parroco P. Juan Calero mi parla di almeno quattro morti e molti feriti. Lo stesso padre è stato vittima di un tentato rapimento. I gruppi armati hanno circondato la sua casa. Sono in arrivo altri agenti antisommossa e la popolazione è impaurita”. In particolare poche ore prima il vescovo aveva annunciato la risposta del presidente Ortega alle richieste presentate dalla Conferenza episcopale per riprendere il ‘dialogo nazionale’. “Il mio dolore e la mia condanna contro la violenta repressione contro la popolazione di Jinotepe e Masetepe. Questo governo continua a tingere di sangue la patria”.
Lo sciopero contro le violenze
E’ questo il motivo che ha portato i capi della protesta a dichiarare uno sciopero nazionale di 24 ore, per costringere il presidente Ortega a dare le dimissioni. Lo sciopero è guidato da ‘un’alleanza civile’ composta da studenti, uomini di chiesa e imprenditori, ha infatti dichiarato il leader studentesco della rivolta Valeska Valle. I manifestanti mirano in definitiva ad accelerare una ‘pacifica uscita’ di Ortega e del suo vice Rosario Murillo. “La protesta riguarda il nostro futuro e siamo sicuri che verrà appoggiata dalla popolazione – ha dichiarato Valle – E’ probabile che non sarà decisiva a deporre il regime. Ma servirà a fare pressione per cessare il massacro e le violenze del governo oppressivo”.