MILANO (AWE/LaPresse) – Pubblica amministrazione, Uilpa: “Urge un piano assunzioni di largo respiro”. “Sempre di meno, sempre più anziani e sempre più oppressi da carichi di lavoro enormi. Questo è l’identikit dei lavoratori pubblici nel nostro Paese”. Lo afferma in una nota il segretario generale della Uilpa, Nicola Turco. Evidenziando che “non si può continuare a sottovalutare tale situazione. Che rischia infatti di compromettere seriamente la sopravvivenza della pubblica amministrazione”. Secondo il sindacalista, “le politiche degli ultimi anni hanno scientemente ignorato il problema del ricambio generazionale. Determinando carenze di organico vertiginose”.
Pubblica amministrazione, l’Italia occupa l’ultimo posto
L’Italia, evidenzia in merito, “occupa l’ultimo posto della classifica europea. Quanto riguarda il rapporto tra dipendenti pubblici e cittadini. Mentre è al penultimo posto con riferimento a quello tra lavoratori pubblici e totale degli occupati”. Da un recente studio dell’Adapt, segnala ancora Turco, emerge che “bisognerebbe adeguare i nostri organici ai parametri di Francia e Regno Unito. E dovremmo disporre di ulteriori 2,5 milioni di dipendenti. In aggiunta agli oltre 3 milioni attualmente in servizio. Con effetti assolutamente positivi. Non solo in termini di funzionalità ed efficienza del servizio pubblico. Ma anche in chiave di risposta al problema della disoccupazione giovanile”.
“La pubblica amministrazione non è un fardello costoso”
“Bisogna, allora, porre fine all’assurdo convincimento che la Pubblica amministrazione sia un fardello costoso. E contrastare l’idea che il ‘privato’ sia meglio del ‘pubblico’”. Così conclude Turco, affinché “sia necessario agire tempestivamente. Per limitare i danni finora prodotti. Adottando una politica di rilancio della macchina pubblica. Attraverso una seria politica di investimenti. Sia in termini di valorizzazione delle risorse umane a disposizione. Sia favorendo un piano assunzionale. Che consenta l’ingresso di tanti giovani. E che renda anche possibile l’indispensabile trasmissione delle competenze. Un patrimonio che altrimenti rischia di andare irrimediabilmente perduto”.