Qatargate, candidatura a rischio per Cozzolino

Qatargate, a rischio la candidatura di Andrea Cozzolino
Qatargate, a rischio la candidatura di Andrea Cozzolino

NAPOLI (Renato Casella) Lo scandalo Qatar potrebbe avere ripercussioni politiche per l’europarlamentare Andrea Cozzolino. Il suo collaboratore Francesco Giorgi, arrestato e indagato per corruzione, riciclaggio di denaro e partecipazione a un’organizzazione criminale, avrebbe ammesso, secondo il quotidiano belga Le Soir, “di aver fatto parte di un’organizzazione utilizzata dal Marocco e da Doha per condizionare i processi decisionali dell’Ue”. E avrebbe avanzato sospetti su Cozzolino e Marc Tarabella, entrambi componenti gruppo parlamentare socialdemocratico: i due avrebbero avuto contatti con l’ambasciatore del Marocco in Polonia e con il servizio di informazione esterna dello Stato maghrebino, la Dged. Cozzolino ha smentito ogni coinvolgimento e precisato di non essere indagato, ma il peso politico di questa vicenda è tutto da valutare. Nel 2024 si torna a votare per l’Europarlamento e fino a poco tempo fa  negli ambienti del Pd girava voce che il parlamentare napoletano intendesse chiedere al partito la deroga al limite dei tre mandati per potersi ricandidare. Adesso questa possibilità sembra più ridotta. Da ricordare che Cozzolino schiera nella giunta regionale l’assessore Valeria Fascione e che l’ex parlamentare Lello Topo, pure a lui vicino, è considerato uno dei nomi possibili per guidare il Pd in Campania: si sarebbe proposto nel corso di colloqui con il deputato Piero De Luca e il capogruppo in Regione Mario Casillo

Ieri l’europarlamentare si è dichiarato “profondamente indignato per le vicende giudiziarie che apprendo dalla stampa e che minano fortemente la credibilità delle Istituzioni europee. Personalmente sono del tutto estraneo alle indagini: non sono indagato, non sono stato interrogato, non ho subìto perquisizioni né, tantomeno, sono stati apposti sigilli al mio ufficio. Sono pronto a tutelare la mia storia e la mia onorabilità in ogni sede”. 

“Non ho mai incontrato, inoltre, persone vicine ad agenzie o servizi di sicurezza, né tanto meno – ha aggiunto – ho mai perseguito interessi, vantaggi od utilità personali nella mia vita politica. Fra l’altro, le delegazioni al Parlamento europeo non sono parte del processo legislativo e al contrario delle commissioni, non gestiscono risorse del bilancio Ue, e non stipulano accordi internazionali”. 

Cozzolino ha poi proseguito: “Abbiamo sempre lavorato con trasparenza per promuovere il dialogo tra le assemblee parlamentari. Sono ancora fortemente turbato per il fermo del mio assistente, che ho conosciuto per le sue esperienze lavorative nell’Europarlamento, e non ho idea di quale sia il suo coinvolgimento nella vicenda giudiziaria se non quello rivelato dalla stampa. Da parte mia – ha concluso – mi batterò per l’affermazione e la difesa della verità e per fare piena luce su sospetti infondati. Sono a completa disposizione dell’autorità giudiziaria per qualsiasi chiarimento e ripongo la massima fiducia nel lavoro della magistratura del Belgio”.

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