NAPOLI – Le Regioni italiane colgono con favore l’attenzione per il cambiamento climatico, ambito trattato ampiamente nel Pnrr, ma non scorgono “altrettanta attenzione per il tema della qualità di aria, invece assente dal Pnrr”. Questo uno dei rilievi mossi da una rappresentanza degli assessori dell’Ambiente delle Regioni durante un’audizione in Commissione Ambiente della Camera, nell’ambito della discussione della risoluzione riguardante iniziative per la qualità dell’aria e di contrasto al cambiamento climatico. “L’Italia sul tema della qualità sull’aria ha fatto vedere progressi lenti e insoddisfacenti”, ha spiegato l’assessore della Lombardia Raffaele Cattaneo. “C’e’ una condanna in sede europea che incombe sul nostro Paese sul Pm10, ma il trend si avvicina sempre di piu’ al rispetto dei limiti, e questo vale anche per la Lombardia, dove siamo rientrati stabilmente per quanto riguarda i valori medi. Non siamo ancora rientrati per il numero di superamenti – vale a dire 35 giorni all’anno con piu’ di 50 microgrammi per metro cubo, nel senso che ora siamo a 40 giorni – ma contiamo di rientrare nei limiti entro il 2025.
E questa e’ una buona notizia, poi ce n’e’ una cattiva: il contenzioso con la l’Ue – addetto Cattaneo – è piu’ grave, nel senso che noi non noi non siamo oggetto di 2 procedure ma di 3”. La prima sul Pm10 è una condanna della Corte di Giustizia che prevede l’obbligo per lo Stato italiano di far rientrare i limiti altrimenti si puo’ incorrere in una sanzione di 2 miliardi, cioe’ 200 milioni di euro l’anno per 10 anni. Se non ci mettiamo in regola, quindi, l’Italia rischia di pagare miliardi di euro. L’assessore all’Ambiente della regione Puglia, Anna Grazia Maraschio, ha richiamato l’attenzione sui cambiamenti climatici, questo alla luce della “fragilità che abbiamo come territorio” e ha richiamato l’attenzione del governo “per avere azioni più incisive”.
Sul fronte della qualità dell’aria, ha aggiunto, “comprendiamo le preoccupazioni della Lombardia anche per quanto riguarda le direttive europee”. In ogni caso, ha concluso, “siamo favorevoli al varo di campagne di sensibilizzazione perché altrimenti non riusciremo ad attuare concreti cambiamenti”. Da ultimo l’assessore della Liguria Giacomo Giampedrone ha rilevato l’assenza “di norme cogenti per la qualità dell’aria nelle aree portuali, realtà che nel suo insieme sta crescendo, ma oggi mancano norme a livello nazionale, e questo è un problema anche per i vari territori che ci interpellano di volta in volta sugli strumenti da adottare”.