NAPOLI – Centauri pattugliano vico Lungo San Matteo fino all’alba. Se ne sono accorti gli abitanti, che hanno avvertito le forze dell’ordine. Sfrecciano in moto. Si sentono i motori rombare nei vicoli. I gruppi in moto ‘sorvegliano’ l’area. Per quale motivo? Gli investigatori hanno pochi dubbi: è alta tensione con le paranze del Cavone. Tutti babyboss dal grilletto facile. Ecco perché le cosche temono nuove ‘stese’. Ed ecco perché blindano le roccaforti. Ci sono diversi elementi sul tavolo degli inquirenti. In vico Lungo San Matteo abita il sedicenne, che per la Procura coordina una nuova cosca emergente.
Le carovane in scooter la notte per blindare l’isolato ed intercettare le incursioni dei rivali. Ma gli agenti non escludono che siano batterie armate, che arrivano dal Cavone. E le verifiche sono tuttora in corso. Di certo qui la tensione è ancora alta. I boss hanno provato a riportare la calma, ma fino ad ora la diplomazia ha ottenuto risultati altalenanti. I giovani ras non hanno gradito l’affronto. E così sono passati alla maniere forti. Questa è la situazione al momento. Ci lavorano anche gli specialisti della squadra mobile.
Le forze dell’ordine temono un ritorno rapido alle armi: una escalation di violenza nei vicoli. Intanto se i commando si intercettano in strada, si sparano a vista. Non c’è tregua. La pace è lontana. Due settimane fa qui ci sono state due ‘stese’ nel giro di poche ore. Segno che le cosche erano scese sul piede di guerra. Una note di paura nella Pignasecca: è questa la zona ‘cuscinetto’ tra i Quartieri Spagnoli e il Cavone. Rinvenuti sul manto stradale 10 bossoli e sulla saracinesca della tabaccheria di fronte l’ospedale un foro riconducibile ai colpi sparati. Poi le indagini dei carabinieri che acquisirono le immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza presenti sul posto. Nessun ferito. Era un avvertimento. Due rad del Cavone contro il babyboss dei Quartieri Spagnoli. Il tutto per un cavallo di ritorno finito male. La storia è da brivido ed è sul tavolo della magistratura. Poi un’altra stesa proprio in vico
Lungo San Matteo. A quel punto gli inquirenti hanno capito che la situazione fosse sfuggita di mano. Così hanno deciso di blindare il territorio. Che le cose non stavano messe bene è emerso ancora più tardi, quando tre ragazzi sono stati fermati con una pistola nei vicoli dei Quartieri Spagnoli. Quella sera gli agenti del commissariato Montecalvario e della squadra mobile avevano bloccato tre uomini e sequestrato una semiautomatica.
Gli accertamenti su quell’episodio sono tuttora in corso e sviluppi potrebbero arrivare nei prossimi giorni. Intanto le forze dell’ordine hanno avviato delle indagini mirate, dopo il blitz scattato nei vicoli dei Quartieri Spagnoli. La tensione è ancora alta ai Quartieri Spagnoli. E pure al Cavone. La magistratura non escludono nessuno scenario. Negli ultimi giorni ci sono state scintille nei vicoli.
La procura ha disposto passaggi frequenti delle pattuglie a Montecalvario, soprattutto la notte. E’ scattato lo stato di massima allerta nel centro storico.
Ora gli agenti setacciano le stradine a ridosso di via Toledo.
I ras cercano la via della pace per evitare i controlli
I ras storici dei Quartieri Spagnoli hanno provato a riportare la pace nei vicoli. Ma a quanto pare non ci sono riusciti. I babyboss sono arrivati ai ferri corti. E i vecchi clan si sono messi si traverso: qui non deve scoppiare una guerra di camorra. Ci sarebbe una ‘invasione’ delle forze dell’ordine, con il blocco di tutti gli affari illeciti, compreso le piazze di spaccio. Un danno incalcolabile per le organizzazioni criminali.
Per un caso, accade la stessa cosa anche nel quartiere di Ponticelli. Qui gli agenti e i carabinieri in queste ore effettuano dei controlli mirati nelle palazzine popolari. Da settimane sono calati i reati di microcriminalità e per gli inquirenti sono i nuovi ras a imporre il ‘silenzio’. Rapine e furti attirano i riflettori della Procura ed è controproducente. E’ il contenuto dell’ultima informativa della questura. Di più. I De Micco-De Martino controllano militarmente molte zone. E usano il pungo duro. La stessa contrapposizione in queste ore a Montecalvario. Ma qui la situazione è molto più tesa. C’è una sorta di insubordinazione delle nuove leve. I giovani ras vogliono muovere guerra a tutti i costi alle paranze nel Cavone. E non è finita qui. Ne sono certi gli investigatori.
La gestione degli affari illeciti è divisa tra i Saltalamacchia (con influenza anche nella zona di Montesanto/Pignasecca), i Masiello (legati ai Mazzarella), gli Esposito e i Mariano. Nella zona del Pallonetto di Santa Lucia, al confine col quartiere San Ferdinando, ci sono le famiglie Ricci-D’Amico (i D’Amico sono legati da vincoli di parentela al clan omonimo di Ponticelli).
Pochi giorni fa c’è stata una violenta lite tra gruppi del Cavone e di Montecalvario, per un cavallo di ritorno riuscito male. E’ scritto nell’ultima informativa della questura. Da qui emergono scenari da brivido, con stese e rapide ritorsioni. Senza contare che i nuovi boss si sono messi di traverso. Insomma ora c’è una contrapposizione evidente anche tra i clan a Montecalvario: giovani contro ‘vecchi’.
Da una parte i ‘cartelli’ storici, che vogliono la pace. E cercano in tutti i modi di ottenerla. Dall’altra giovani ‘rampolli’, che vogliono muovere guerra ai clan del Cavone, dopo l’affronto. E sarà dura. In mezzo ci sono i Saltalamacchia, che provano a fare da pacieri, sfruttando alleanze e contatti in quasi tutti i quartieri della città. Secondo le forze dell’ordine, loro sono i veri mediatori. In caso di conflitto – spiega un investigatore – sono loro a trattare per evitare l’escalation. Anche se negli ultimi giorni le cose sembravano essere andate troppo avanti. E il rischio di una escalation di violenza nei vicoli è sempre più concreto.