Graziano verso la segreteria: l’assemblea avvia le surroghe

Stefano Graziano

NAPOLI – La sabbia della clessidra scorre, i dem hanno più o meno tre settimane di tempo per eleggere il nuovo segretario regionale del Pd dopo le dimissioni di Leo Annunziata. Ma c’è chi è certo che al massimo entro dieci giorni l’assemblea piddina campana sarà in grado di sostituirlo. L’ufficio di presidenza coordinato dal presidente in carica Nicola Landolfi è già al lavoro per rimpiazzare i componenti dell’assemblea, un totale di 225 persone, che non risultano più iscritti al partito o hanno deciso di candidarsi, nelle diverse tornate elettorali dal 2019 ad oggi, in liste differenti. Il nome più quotato, ad oggi, resta quello di Stefano Graziano che, laddove i vertici romani non si ‘incaponissero’ sul voto unanime, riuscirebbe a farsi eleggere a maggioranza non solo perché il primo a fare il suo nome è stato il leader Enrico Letta, ma anche perché in Campania ha già ricevuto il placet del governatore Vincenzo De Luca e del capogruppo in consiglio regionale Mario Casillo. Gli oppositori interni, ossia il deputato Umberto Del Basso De Caro e il presidente del consiglio regionale Gennaro Oliviero, pare abbiano poche possibilità di riuscita nel tentativo di contrastarne l’elezione. Più che sui numeri confidano nel fattore ‘unanimità’ che mancando potrebbe spingere Letta, De Luca e Casillo a individuare un altro ‘candidato’. Se per qualcuno la convocazione dell’assemblea è dietro l’angolo, per Oliviero, manca ancora tempo e in questo frangente i giochi sono aperti. “Non so cosa decideranno a Roma – ha detto – Ma è certo che con le dimissioni di Annunziata bisognerà convocare l’assemblea con tutti i rischi e pericoli che comporta considerato che dal 2019 ad oggi le cose sono cambiate e che serve capire chi è rimasto nel Pd dei componenti di allora. I nomi che circolano – ha detto riferendosi a Graziano e al nome circolato nelle ultime ore di Paolo Siani sono solo nomi. Da qui a quando si svolgerà l’assemblea ci vuole tempo”. Vero, per quantificarlo si potrebbe fare una media tra la settimana su cui puntano i deluchiani e le tre settimane circa di cui parla Nicola Landolfi. “Siamo a lavoro per sostituire parte dei componenti dell’assemblea regionale – ha spiegato – di chi ha cambiato partito nel corso degli anni. Una trentina di persone escluso Napoli, ma è un dato provvisorio, il numero esatto lo sapremo quando avremo concluso. Secondo lo statuto abbiamo un mese di tempo dalle dimissioni per eleggere il nuovo segretario. Basta la maggioranza più uno, ma speriamo nell’unità del partito”. Ad oggi è da escludere l’ipotesi commissariamento che, nei fatti non conviene a nessuno. A non schierarsi pro o contro qualcuno è la senatrice Valeria Valente che semplicemente auspica un cambio di passo del Pd. “Dobbiamo rimettere al centro del nostro agire e delle nostre priorità la ricostruzione dell’autorevolezza del Pd, della sua capacità di essere punto di riferimento di tanti elettori di centrosinistra che in questi anni hanno faticato a trovarci – ha sostenuto – Bisogna puntare alla costruzione di un Pd a supporto delle nostre Istituzioni, ma allo stesso tempo autonomo dalle stesse. Solo così potremo essere utili al loro prezioso e importante lavoro e prima ancora ovviamente ai cittadini campani”. Pochi giorni o qualche settimana, molto dipenderà da quello che verrà deciso a Roma nelle prossime ore. Intanto, ieri pomeriggio a Napoli si sono riuniti gli intellettuali che hanno avviato tutta questa vicenda, chiedendo con una lettara l’intervento di Vincenzo De Luca. C’erano Aurelio Musi, Massimo Villone, Marco Plutino tra gli altri. Non è passata inosservata la presenza in sala di Alessandra Clemente. Così come quella di Michele Gravano, presidente di Articolo-1 Campania. Non c’era Umberto Del Basso de Caro, che però ha inviato una lettera. Assente qualsiasi esponente di Pd o M5S. Insomma, non hanno convinto la base del Pd. Qualcuno ha anche sussurrato: “Così rafforzano De Luca”. Chissà. 

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