Quirinale, Parlamento sovrano chiama: Mattarella accetta il bis

Foto Roberto Monaldo / LaPresse Nella foto: Sergio Mattarella

ROMA “Avevo altri piani, ma se serve ci sono”. Dopo nove anni dalla rielezione di Giorgio Napolitano, il Parlamento replica con il bis di Sergio Mattarella. E se Napolitano nel 2013 dovette riaprire gli scatoloni, Mattarella oggi sarà costretto a chiudere, forse, a doppia mandata, la sua nuova casa nel quartiere Prati di Roma.

La rielezione, su cui più volte il capo dello Stato aveva espresso la contrarietà, era nell’aria che si respirava in Transatlantico, tra i corridoi dei palazzi, tra le strade del centro storico di Roma, ma nessuno osava dirlo troppo ad alta voce. Scaramazia o forse la speranza nel colpo di reni della politica, nella voglia di voler tornare protagonista e risalire dal pantano sancito, inequivocabilmente, dall’arrivo di Mario Draghi a palazzo Chigi.

Alla fine sono i grandi elettori, con un crescendo di voti a favore di Mattarella, a condurre i giochi e a costringere i leader a convergere sulla sua candidatura. La notte che porta all’accordo- con l’ok non solo di Pd e M5S (tra i gruppi più attivi in Parlamento per la riconferma) ma anche di Matteo Salvini – passa per nomi buttati nella mischia con la stessa facilità con cui vengono bruciati.

Ma è il colloquio con Draghi ad essere decisivo. Il premier vede l’inquilino del Colle a margine della cerimonia di giuramento del nuovo giudice costituzionale Filippo Patroni Griffi e pronuncia le parole magiche: “Resti per il bene e la stabilità del Paese”. Poi la telefonata con Silvio Berlusconi che assicura i voti di Forza Italia e il “grande sacrificio” per continuare a garantire l’unità nazionale.

E’ la settimana votazione quella di sabato mattina a dare il via libera al Mattarella bis. Sono 387 i voti e l’euforia dei grandi elettori è palpabile. E’ questo il richiamo forte e chiaro del Parlamento sovrano, a cui Mattarella risponde presente. Ed è un segnale quello che il capo dello Stato abbia voluto incontrare i capigruppo di tutte le componenti di Camera e Senato, come del resto Massimiliano Fedriga e i delegati delle Regioni.

Nessun leader di partito, a differenza del 2013, è salito al Quirinale, a dimostrazione che Mattarella sente la sua rielezione frutto del volere delle istituzioni. Insomma un’altra bacchettata a quella politica che ha deciso di non decidere, affidandosi a una scelta sicura e chiavi in mano. Il capo dello Stato a 81 anni non aveva di certo pensato di restare al Quirinale. La sua ferma contrarietà a una rielezione era stata manifestata più volte, con immagini e parole.

La Costituzione di cui è garante, non doveva essere messa ancora alla prova delle interpretazioni, con il rischio che la prassi silente la riscrivesse. Poi il desiderio di “occuparsi della propria vita privata”, come ha confidato ai cronisti in un incontro privato. Mattarella viene rieletto, con 759 preferenze, ed è secondo solo a Sandro Pertini.

Giovedì molto probabilmente, nel giorno della scadenza del suo mandato, Mattarella terrà il discorso di insediamento come nel 2015. Difficile che sarà una bacchettata al Parlamento come fece Napolitano e il suo non sarà un mandato a termine, non in partenza almeno, perché sarebbe una sgrammaticatura costituzionale. Mattarella con un gradimento popolare altissimo torna in carica e lo farà per sette anni.(LaPresse)

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