Quirinale, Pd lancia sessione parlamentare: “Parole di Mattarella diventino agenda”. Lega dice sì

Foto Mauro Scrobogna /LaPresse Nella foto: Enrico Letta, Simona Malpezzi, Debora Serracchiani

ROMA – Compattezza e responsabilità per evitare che i prossimi mesi di governo si trasformino in una campagna elettorale permanente. Seguendo il solco tracciato da Sergio Mattarella, nel suo discorso di giuramento davanti al Parlamento, il Partico democratico gioca d’anticipo e prende l’iniziativa. La proposta arriva direttamente sul tavolo dei presidenti di Camera e Senato, Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati, ed è a firma delle due capigruppo Dem, e Simona Malpezzi.

La richiesta è semplice quanto di complessa realizzazione: una sessione di dibattito parlamentare per trasformare i temi, scanditi dal presidente della Repubblica, in una vera e propria agenda dei due rami del Parlamento. “Molti dei contenuti richiamati dal capo dello Stato impongono – scrivono Serracchiani e Malpezzi – un attivo ruolo riformatore da parte delle Camere, per far sì che l’ultimo anno della legislatura sia proficuo e all’insegna di una reale condivisione”.

Lo spirito, assicurano, è “aperto e costruttivo”, nella ferma volontà di non lasciare “che il seguito di quel discorso siano solo gli applausi, sia pure scroscianti. Trasformiamoli in atti concreti e in una rapida e fattiva reazione del Parlamento”, è l’auspicio. 

Una proposta pienamente condivisa dal leader del Nazareno, Enrico Letta, che lancia l’appello ai partiti: “Troviamoci a discutere rapidamente dello strumento parlamentare più idoneo e decidiamo insieme le forme concrete con cui, nell’ultimo anno di legislatura, si può davvero dare attuazione alle sollecitazioni espresse in quello straordinario discorso”. Perché, è l’avvertimento, “se le parole di Mattarella rimanessero lettera morta, la politica tutta perderebbe forza. Soprattutto meriterebbe il biasimo che spesso e da tempo serpeggia nella nostra società”.

Lavorare quindi su temi concreti, con lo sforzo di mettere tutti attorno a un tavolo e cercare di arginare i “distinguo” della Lega, capaci, col tempo, di minare la forza dell’esecutivo a guida di Mario Draghi, è il timore. La sessione parlamentare, che potrebbe vedere stilata la lista che va dalla giustizia alle riforme costituzionali, ai regolamenti parlamentari sarà richiesta formalmente nella prossima conferenza dei capigruppo di Camera e Senato per poi trovare “insieme le modalità e gli strumenti migliori propri del dibattito parlamentare per raggiungere il risultato”, spiegano Malpezzi e Serracchiani.

Invocare la sessione parlamentare, fanno notare gli addetti ai lavori, tuttavia non basta. Serve una proposta, uno strumento – come la mozione o una proposta di legge – che possa essere preso in considerazione e quindi esaminato dal Parlamento. Intanto la Lega accetta l’invito. “Se questo è un modo per concretizzare certi messaggi di Mattarella ieri c’è piena disponibilità a discuterne anche se abbiamo idee differenti”, dice Massimiliano Romeo, capogruppo in Senato.

Più tagliente il segretario leghista, Matteo Salvini, che non chiude al tavolo ma rimarca: “Va bene, tutto d’accordo. Ma qualcuno probabilmente non vive una vita reale. Le bollette della luce e del gas sono un’emergenza”. L’idea piace a Forza Italia, che con Anna Maria Bernini, si dice pronta “a qualsiasi confronto che possa rendere più coesa l’azione di governo. Tenendo conto che il passaggio più lungo e articolato del discorso ha riguardato l’urgenza di riformare la giustizia, partiamo allora da questo punto cruciale, perchè si è già perso anche troppo tempo”.

Un progetto articolato, in pochi mesi di governo, che secondo Osvaldo Napoli, deve vedere “il Parlamento, nella sua ritrovata e rafforzata centralità, e non i partiti, il motore che alimenta il percorso riformatore”. Solo in questo caso, è il ragionamento del deputato di Coraggio Italia, “si potrà riuscire nell’impresa di fare in pochi mesi quello che non si è fatto in 30 anni”.(LaPresse)

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