FOGGIA – L’illecito sull’illecito. Il racket sul giro di prostituzione. E’ quanto hanno scoperto gli agenti della squadra mobile di Foggia, coordinati dalla locale Procura. Tre persone sono finite in carcere per ordine del gip. Secondo gli inquirenti, si sarebbero resi protagonisti di ingenti richieste estorsive nei confronti di un commerciante. Il quale, a sua volta, aveva avviato un giro di prostituzione. Ma senza il ‘permesso’ della malavita locale.
Il giro di prostituzione avviato senza il ‘permesso’ della malavita locale e la richiesta estorsiva: tre elementi di spicco del clan Moretti finiscono in cella
Emilio Ivan D’Amato, Francesco Abruzzese e Fausto Rizzi sono infatti considerati esponenti di primo piano della batteria criminale foggiana. Quella facente capo al boss Rocco Moretti. Le forze dell’ordine hanno eseguito le tre ordinanze di custodia cautelare al termine delle indagini effettuate nelle ultime settimane. Il primo contatto con il commerciante sarebbe avvenuto quando questo era in carcere, proprio perché ritenuto colpevole di sfruttamento della prostituzione. Lì, D’Amato gli avrebbe presentato il ‘prospetto’. Ovvero, 10mila euro al mese da versare per aver osato avviare un’attività illecita senza avvertire la criminalità organizzata. E la vittima, inizialmente, aveva acconsentito per evitare ripercussioni nel momento in cui si trovava in carcere con uno dei suoi stessi aguzzini.
“Che delusione sei stato!”, le indagini partita da un sms sospetto
Una volta uscito, però, le cose sarebbero andate diversamente. E così tanto il commerciante quanto i suoi familiari sarebbero stati avvicinati più volte da Abruzzese e Rizzi. Questi ricordavano l’impegno preso in carcere e ‘rinnovavano’ la richiesta estorsiva, secondo gli inquirenti. Le indagini sono partite un paio di settimane fa, quando a seguito di un controllo al commerciante la polizia ha trovato un messaggio da parte di D’Amato. “Che delusione sei stato!”, c’era scritto. Da qui il sospetto che sotto ci fosse qualcosa di più grosso di un semplice sms. “Stiamo dando risposte immediate ai cittadini, ma se non denunciate non interveniamo con rapidità”, ha commentato questa mattina il procuratore capo Ludovico Vaccaro.