ROMA – Non si sbroglia il nodo Rai. Su Marcello Foa Matteo Salvini non vorrebbe arrendersi: “E’ il migliore dei nomi possibili” ha ripetuto il leader leghista. Lo ha detto in più occasioni, ma la guerra a suon di carte bollate contro la nomina del giornalista milanese potrebbe spingere il governo a varare un piano B. Rinunciare all’ex direttore del Corriere del Ticino da un lato servirebbe a fermare lo scontro politico, dall’altro finalmente offrirebbe alla Rai una guida.
La nuova pista porta a Giovanni Minoli
Luigi Di Maio e Giuseppe Conte sono al lavoro per convincere l’alleato leghista ad andare oltre. Rinunciare a Foa e individuare un altro professionista. Senza un presidente procedere alle altre nomine in Rai (reti e telegiornali inclusi) è impossibile.
L’opera di convincimento di Conte e Di Maio sembra aver già ottenuto qualche risultato. A quanto pare Salvini è disposto a valutare altri nomi. In cima alla lista dei papabili presidenti graditi al Matteo leghista c’è Giovanni Minoli.
Il profilo del nuovo candidato
Minoli, conduttore televisivo di sicuro affidamento, conosce al meglio la Rai e avrebbe per altro il via libera anche di Silvio Berlusconi e Pd. Insomma, sarebbe un nome condiviso, di garanzia e gradito anche all’esecutivo gialloverde. La situazione potrebbe sbloccarsi tra martedì e mercoledì, quando rispettivamente si riuniranno l’ufficio di presidenza della Vigilianza e il Cda di Viale Mazzini.
Il piano B per Foa
Proprio i grillini starebbero quindi cominciando a vacillare sulla strategia di Salvini per la nomina di Foa a presidente della Rai. Uno stallo che – come spiegato – rischia di minare la loro promessa di rivoluzionare Viale Mazzini. Per il giornalista si starebbe profilando anche un ‘salomonico’ piano B: affidargli un incarico in qualche altra struttura del servizio pubblico, lasciando libero il posto in Cda per una ‘figura di garanzia’ in accordo anche con le opposizioni del governo giallo-verde.