Milano, 14 ago. (LaPresse) – Mohandas Karamchand Gandhi nasce nel 1869 quando l’India è ancora una colonia dell’Impero britannico. A 13 anni si sposa con un matrimonio combinato e giovanissimo si trasferisce a Londra per studiare legge. Diventato avvocato, ritorna in India. Una ditta lo incarica di difendere i propri interessi in una causa che si dibatte in Sudafrica. Qui il giovane Gandhi prende le difese dei suoi connazionali sfruttati e inizia il percorso che lo porterà a entrare nel Congresso Nazionale indiano con un nuovo obiettivo: l’indipendenza dell’India. Un personaggio che il professor Franco Cardini analizza con Paolo Mieli a ‘Passato e Presente’, il programma di Rai Cultura in onda mercoledì 15 agosto alle 20.30 su Rai Storia. Nel 1942 il primo ministro Winston Churchill invia in India una missione con l’obiettivo di raggiungere un accordo tra nazionalisti indù e minoranza musulmana. La missione si conclude con un nulla di fatto. Gandhi scrive allora la risoluzione ‘Quit India’, con la quale chiede agli Inglesi di lasciare immediatamente il Paese.
il contesto sociale
L’indipendenza dell’India arriva il 15 agosto 1947 con la costituzione di due diversi Stati: l’Unione indiana (a maggioranza indù) e il Pakistan (a maggioranza musulmana). Gli inglesi lasciano il Paese, mentre milioni di indù e musulmani attraversano il subcontinente in un vero e proprio esodo incrociato, con massacri e disordini che sfociano poco dopo nella guerra per il controllo del Kashmir. Il 13 gennaio 1948 Gandhi comincia un nuovo sciopero della fame perché termini l’ostilità tra le due comunità religiose e perché l’India paghi il debito maturato nei confronti del Pakistan, cosa che poco dopo avviene. Il 30 gennaio 1948 Gandhi viene raggiunto da tre colpi di pistola esplosi a distanza ravvicinata. L’uomo che ha sparato a Gandhi è un fanatico indù.