MILANO (LaPresse) – Nella puntata di Report in onda lunedì 2 luglio alle 23.50 su Rai3 ci saranno due inchieste. La prima è ‘Fuori controllo’ di Bernardo Iovene, con la collaborazione di Carla Rumor.
Nel magazzino Conad del centro Italia su 400 lavoratori 380 sono forniti da una cooperativa esterna, che periodicamente cambia limitando i diritti dei lavoratori
Nei cantieri navali della Fincantieri a Porto Marghera, su cinquemila lavoratori, quattromila sono forniti da 300 società esterne. Molti lavorano per 3-4 euro l’ora senza alcun diritto. Un sistema definito ‘paga globale’. Un’illegalità di massa che gli organi preposti al controllo non riescono a regolarizzare. La vigilanza degli ispettorati del lavoro e dell’Inps vive un momento di transizione che ne diminuisce l’efficacia.
Dal primo gennaio 2017, infatti, gli ispettori del ministero del Lavoro, dell’Inps e dell’Inail sono stati unificati nell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (Inl). Ma i dipendenti di Inps e Inail non sono confluiti nel nuovo ente. Si è creato quindi un corto circuito, prendono le direttive dall’Inl ma resteranno dipendenti dei propri enti fino alla pensione con un “ruolo a esaurimento”. La riforma, prevista dal Jobs Act e approvata a costo zero, fino a oggi avrebbe determinato incertezza, rallentamento dell’attività ispettiva e minori introiti dal recupero dei contributi previdenziali evasi.
La seconda ha per titolo ‘Occhio alla Tv’ di Antonella Cignarale
Arriva il DVB-T2, il digitale terrestre di seconda generazione. Tra il 2020 e il 2022 avverrà il passaggio al nuovo sistema e tutti, emittenti televisive e spettatori, dovremo adeguarci. Per continuare a guardare la tv dovremo adattarla con un decoder oppure comprarne una nuova. Altrimenti non si vedrà più niente. Come succede ancora oggi a tutti quelli che, a sei anni di distanza dal passaggio al primo digitale terrestre, sullo schermo vedono solo quadretti scomposti.
Anche per gli operatori televisivi si prepara una rivoluzione e, al momento del passaggio, dovranno rinunciare ai telespettatori che non si saranno adeguati in tempo al DVB-T2. Ma perché ci sobbarchiamo tutto questo trambusto? La decisione è europea e in ballo ci sono 2,5 miliardi di euro che lo Stato conta di incassare dalle gare per le nuove frequenze. Gli operatori di rete televisivi dovranno invece stringersi nelle frequenze che restano, cercando un accordo che garantisca lo spazio per tutte le emittenti.