Rapine, furti di auto e truffe assicurative. Arrestate tre persone

Due uomini rinchiusi in cella, un giovane incensurato ai domiciliari. In tutto dieci indagati, coinvolti pure medici non ancora identificati

NAPOLI – Ladri e rapinatori di automobili, truffatori di assicurazioni, finti testimoni, periti e avvocati conniventi. Innocenti fino a prova contraria, certo, ma coinvolti quanto basta per essere colpiti da un provvedimento dell’autorità giudiziaria. E’ di dieci indagati il bilancio dell’inchiesta della Procura culminata, ieri, in un blitz dei carabinieri. Tre le persone arrestate, sotto inchiesta anche avvocati e medici, questi ultimi non ancora identificati. Un giro di truffe alle assicurazioni da migliaia di euro, quello scoperto dalla Procura di Napoli. Ieri mattina i carabinieri della compagnia Vomero hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip del Tribunale di Napoli, nei confronti di Massimo Niro, 51enne di Scampia, Giuseppe Guarino, 37enne residente tra Scampia e Melito, Salvatore Grassi, 24enne di Miano, i primi trasferiti in carcere mentre il terzo, incensurato, rinchiuso ai domiciliari. Sono gravemente indiziati di aver organizzato un’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di furti di autovetture, rapine e truffe assicurative.

I ‘ruoli’ degli indagati

Indagati a piede libero Carmela Buommino, moglie di Niro, il loro figlio Gianluca Niro, Gennaro e Domenico Gala (incaricati di rendere false testimonianze nelle cause civili promosse contro le compagnie assicurative), Camillo Meola (a lui risultano intestati diversi veicoli utilizzati per la creazione dei sinistri falsi), e gli avvocati Enrico Mastantuono, napoletano trapiantato a Minturno, e Gennaro Castelli.
L’attività investigativa, condotta dai carabinieri della stazione di Marianella e coordinata dalla Procura di Napoli, è scaturita dall’approfondita analisi di alcune denunce di furti e rapine di autovetture, avvenuti anche ai danni di pazienti dell’azienda ospedaliera universitaria Federico II, il Secondo Policlinico, e del Santobono, attuati mediante la tecnica del cosiddetto finto parcheggiatore. Altri furti sono avvenuti anche in provincia, nel Casertano e a Bologna. Incarichi che avrebbero svolto Massimo Niro e Giuseppe Guarino, descritti come promotori dell’associazione per delinquere. Successivi approfondimenti hanno consentito di acquisire gravi indizi di colpevolezza nei confronti dei tre arrestati e di ulteriori indagati, in ordine all’operatività di un sodalizio dedito alle truffe ai danni di compagnie assicurative e alla commissione di furti e rapine di auto, per poi rivenderne i componenti. Quanto alla programmazione diretta a truffare le assicurazioni, è emersa la figura di coordinamento esercitata da uno degli indagati, colpito da misura cautelare e destinatario inoltre di un decreto di sequestro preventivo dell’indebito profitto ottenuto per simulare sinistri stradali, coinvolgendo a tale scopo anche professionisti, tra cui medici, periti assicurativi e avvocati. I legali Mastantuono e Castelli, si legge nell’ordinanza firmata dal gip Fabrizio Finamore, “assumono un ruolo specifico nella pianificazione dei sinistri stradali falsi, suggerendo la patologia da indicare nei certificati medici e le deposizioni dei testi nei processi civili instaurati contro le compagnie assicurative”. Disposto il sequestro della somma di 1.900 euro nei confronti di Grassi e Gianluca Niro, quale profitto di reato. Grassi è accusato di essere coordinatore della attività delle truffe in quanto si sarebbe occupato della pianificazione dei sinistri, della intestazione dei mezzi, della ricezione e divisione delle somme liquidate dalia assicurazione come indennizzo. Incensurato, per lui il gip ha optato per i domiciliari. Niro jr, invece, è descritto come partecipe della associazione essendosi prestato costantemente ad intestarsi i mezzi, a ricevere gli indennizzi e a spartire i guadagni con gli altri associati. L’attività investigativa ha permesso di ricostruire i ruoli determinanti di Massimo Niro e Giuseppe Guarino, coinvolti in plurimi episodi di furti di autovetture, a partire dal 2019. Ulteriori accertamenti hanno infine consentito di accertare l’indebita percezione del Reddito di cittadinanza da parte dei componenti della famiglia Niro-Buommino. Dai controlli incrociati, il nucleo familiare è risultato destinatario del Reddito dal 2021, tramite informazioni mendaci e omesse comunicazioni all’Inps. I Niro-Buommino hanno percepito la somma di 38.627 euro, per la quale è stato disposto decreto di sequestro preventivo, anche per equivalente. I provvedimenti eseguiti costituiscono misura cautelare, disposta in sede di indagini preliminari, avverso cui sono ammessi mezzi di impugnazione, e i destinatari della stessa sono persone sottoposte alle indagini e, quindi, presunte innocenti fino a sentenza definitiva.

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