Razzismo, stretta tra Giorgetti e la Figc sullo stop delle gare: “Il no di Salvini? Pensa alla sicurezza”

Le nuove norme di contrasto ai cori di discriminazione razziale prevedono la riduzione da tre a due passaggi prima di arrivare alla sospensione temporanea del match

Foto Fabio Cimaglia / LaPresse in foto Giancarlo Giorgetti

ROMA Giancarlo Giorgetti smussa sul nascere le spigolature fra Figc e governo in merito alla sospensione delle partite di calcio dopo il secondo episodio di cori razzisti. Per il sottosegretario con delega allo Sport la proposta di Via Allegri è “ragionevole”. Nulla a che vedere con la “scala richter dei buu” immaginata ironicamente dal vicepremier Matteo Salvini, da sempre contrario allo stop alle partite.

Intesa tra Giorgetti e la Figc, Salvini contrario allo stop delle gare

“Ma lui pensa alla difficoltà di applicare in un contesto questa norma”, gli fa scudo Giorgetti. “Immagino che sentirà anche i prefetti e i questori che si pongono il problema di come gestire l’ordinato deflusso del pubblico se le squadre abbandonano il campo”, spiega ancora.

Razzismo, le nuove norme

Le nuove norme di contrasto ai cori di discriminazione razziale prevedono la riduzione da tre a due passaggi prima di arrivare alla sospensione temporanea del match. Secondo l’iter se il responsabile dell’ordine pubblico o il collaboratore della procura federale sentiranno dei cori razzisti lo comunicheranno all’arbitro che fermerà la partita e richiamerà i giocatori al centro del campo.

A questo punto lo speaker farà, a gioco fermo, l’annuncio al pubblico. Se si dovesse verificare un secondo episodio, a questo punto, la partita verrà nuovamente sospesa in via temporanea e le squadre si recheranno nel tunnel degli spogliatoi. La decisione finale, comunque, resta sempre in capo al responsabile della sicurezza.

Inasprimento delle norme

“Anche noi come giustizia ordinaria e penale a breve proporremo delle misure. Auspico che pure quella sportiva sia poco clemente, anche rispetto ai recentissimi episodi che avvengono in campo ad opera di tesserati perché i campioni dello sport devono essere da esempio per chi guarda in televisione”, argomenta ancora Giorgetti.

Nessuna polemica con i vertici della Figc

La polemica è chiusa. Anzi, secondo il presidente della Figc Gabriele Gravina, non è mai iniziata. “Con Salvini non ci sono scontri, abbiamo due ruoli diversi”, chiarisce subito. Il numero uno del pallone italiano sottolinea infatti come la norma sia “una procedura internazionale molto chiara che noi abbiamo ripreso al nostro interno. Poi il responsabile della sicurezza può decidere legittimamente e in autonomia come è nel suo ruolo”.

(LaPresse/di Andrea Capello)

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