ROMA – Assumere giovani al Sud diventa particolarmente conveniente. E’ l’effetto ‘combo’ del reddito di cittadinanza insieme alle decontribuzioni per le assunzioni degli under 35 nel Mezzogiorno.
Gli effetti del decretone sul sud Italia
Nel testo definitivo del decretone, atteso in queste ore al Quirinale della firma, viene esplicitato infatti che le agevolazioni per le imprese previste dal reddito di cittadinanza sono “compatibili e aggiuntive” rispetto alla totale decontribuzione per i nuovi contratti a tempo indeterminato di giovani o disoccupati nelle regioni Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Sicilia, Puglia, Calabria e Sardegna. Nel caso in cui il datore di lavoro abbia già esaurito gli esoneri contributivi l’incentivo previsto dal reddito di cittadinanza arriverà sotto forma di credito di imposta.
Agevolazioni per coloro che investiranno nel Mezzogiorno
“Con il nuovo decreto – ha spiegato la ministra per il Mezzogiorno Barbara Lezzi, rispondendo a un’interpellanza in aula alla Camera- verrà riconosciuto un credito di imposta a quelle imprese del Sud che avranno già la decontribuzione. Ma avranno anche il credito di imposta per la parte residua che ha, di reddito di cittadinanza, il percettore che verrà assunto. Quindi, abbiamo reso sostanzialmente un doppio vantaggio alle imprese del Sud che vorranno assumere dei disoccupati”.
Si innalza l’età massima per i beneficiari, sgravi contributivi e nuove assunzioni
Con la legge di bilancio, per Lezzi, “arriva l’ampliamento della categoria dei soggetti che potrà beneficiare dell’incentivo ‘Resto al Sud’. Con l’allargamento dell’agevolazione ai professionisti e l’innalzamento dell’età massima per i beneficiari dai 35 ai 45 anni e del 100 per cento degli sgravi contributivi per tutti i nuovi assunti al Sud, tra i disoccupati da almeno sei mesi”. Decontribuzione che “per i nuovi assunti, non ha tetti di età ed è prevista per il prossimo biennio. Perché io vorrei dare un po’ di respiro alle imprese in modo che possano finalmente programmare”.
Reddito di cittadinanza, le modalità
Il ‘decretone’ prevede che i datori di lavoro che assumono a tempo pieno e indeterminato i beneficiari del reddito di cittadinanza hanno diritto a un esonero contributivo nel limite massimo dell’assegno percepito dal lavoratore (cioè fine a 780 euro al mese). Per un periodo pari alla differenza tra le 18 mensilità e quelle già godute dal beneficiario, comunque non meno di cinque mesi.
Nel caso in cui ci sia un rinnovo del diritto al reddito dopo i 18 mesi, l’esonero è concesso per 5 mensilità. Se però l’impresa dovesse licenziare il lavoratore è tenuta alla restituzione dell’incentivo fruito, maggiorato dalle sanzioni previste. Salvo che il licenziamento sia avvenuto per giusta causa licenziare il lavoratore è tenuta alla restituzione dell’incentivo fruito, maggiorato dalle sanzioni previste. Salvo che il licenziamento sia avvenuto per giusta causa.
Il premier Conte presenta il provvedimento cardine della manovra
“Abbiamo lavorato tanto, con attenzione, al reddito di cittadinanza proprio per evitare l’atteggiamento paternalistico di uno Stato che dà benefici”. Lo ha detto il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, parlando al congresso nazionale del Movimento cristiani lavoratori.
“Abbiamo pensato un progetto proprio al fine di evitare il fine assistenzialistico – ha aggiunto -. Certo, siamo consapevoli delle difficoltà, che non è facile trovare un lavoro al Sud. Ma è un progetto che fa sistema, e così abbiamo la chance di cambiare la situazione”.
(LaPresse/di Antonella Scutiero)