ROMA – Il mondo delle imprese è preoccupato, le Regioni sono perplesse sui navigator e anche i Comuni non sembrano tanto convinti. Senza dimenticare la relazione della Corte dei Conti, che evidenzia un forte impatto sui conti dovuto alla riforma pensionistica. Tra un mese sarà possibile richiedere il reddito di cittadinanza e per quota 100 è già boom di domande. Ma il decretone non raggiunge la sufficienza nel primo giorno di audizioni alla Commissione Lavoro al Senato. Il tempo per migliorare la pagella c’è, ma di certo ci sarà da lavorare per il governo dopo l’ok in Cdm alle sue misure bandiera.
Redditone, Confindustria lancia l’allarme
L’allarme rosso è arrivato subito da Confindustria, timorosa che il Rdc possa avere l’effetto collaterale di scoraggiare i più giovani dal cercare un posto di lavoro. La ragione è prettamente numerica, perché un single potenzialmente potrebbe ricevere 780 euro al mese. Dato che cozza con il primo stipendio medio di un under 30, pari a 830 euro. L’effetto scoraggiamento è la stessa espressione usata anche dal numero 1 dell’Inps Tito Boeri, critico poi su quota 100. La riforma pensionistica suscita dubbi anche a Viale dell’Astronomia, che vuole capire se la riforma triennale rappresenti una “eccezione” o una regola.
Reddito di cittadinanza, il monito della Corte dei conti
La riforma è stata analizzata anche dalla Corte dei Conti, che mette nero su bianco come in termini di deficit e debito pubblico dei prossimi tre anni pesi per 17 miliardi. Il redditone? Viene visto come “un rilevante cambiamento e un potenziale progresso nelle politiche di protezione sociale, ma richiede per il presidente Angelo Buscema “un attento monitoraggio della spesa”. La coordinatore degli assessori al Lavoro Cristina Grieco punta invece sulla figura dei navigator, che rischiano di sovrapporsi agli operatori dei Cpi con “profili di invasività delle competenze costituzionali delle Regioni”.
Le critiche alla manovra voluta dal governo gialloverde
Critiche anche da Rete Imprese Italia, con il presidente Giorgio Merletti che spiega come il reddito di cittadinanza “rischia nel tempo di prevalere la componente assistenziale se esso non verrà accompagnato da subito da tutti i provvedimenti amministrativi e dagli investimenti in risorse umane e tecnologia per la realizzazione della finalità primaria, di innescare processi virtuosi per la ricerca di occupazione”.
I numeri Istat
A Palazzo Madama arrivano anche i numeri dell’Inps, non privi di risvolti interessanti. Dal punto di vista quantitativo, il reddito di cittadinanza potrebbe interessare un milione 308 mila famiglie e due milioni e 706 mila individui. Con un importo annuo medio per famiglia pari a 5 mila 45 euro. Il costo totale è pari a 6,6 miliardi di euro per il 2019. E se i single rappresentano il 47,9% dei beneficiari, spunta il dato delle casalinghe, quasi un quarto (il 23,6%) del totale in età di lavoro. Tra i beneficiari, infine, solo il 6% sono laureati (circa 120mila), mentre gli stranieri sono meno dell’11%.
(LaPresse/di Alessandro Banfo)