Venezuela, Mattarella striglia il governo: “Nessuna incertezza tra democrazia e violenza”

Parole durissime, quelle del presidente della Repubblica, e che si scontrano con una linea di un governo praticamente bifronte

Francesco Ammendola / LaPresse in foto Sergio Mattarella

ROMA – Non si possono avere dubbi, incertezze ed esitazioni, quando bisogna scegliere tra democrazia e violenza. Sergio Mattarella striglia il governo, che sul Venezuela ha scelto di non appoggiare la risoluzione votata dall’Unione europea. Bloccando di fatto il riconoscimento di Juan Guaidò come presidente a interim del Paese latino americano. Poche parole, pronunciate nel rispetto e in difesa non solo dei rapporti strettissimi tra Italia e Venezuela. Ma soprattutto dei milioni di italiani che vivono in quelle terre.

Venezuela, il monito del presidente Mattarella

“Questa condizione ci richiede senso di responsabilità e chiarezza – insiste il capo dello Stato – su una linea condivisa con tutti i nostri alleati e tutti i nostri partner dell’Unione europea”. Insomma l’Italia non può isolarsi dalle decisioni prese in sede europea. Anche perché “nella scelta che si propone non vi può essere né incertezza né esitazione” quando questa scelta è “tra volontà popolare e richiesta di autentica democrazia da un lato, e dall’altro la violenza della forza e le sofferenze della popolazione civile”.

Lo scontro con il governo gialloverde

Parole durissime, che si scontrano con una linea di un governo praticamente bifronte. Entrambe le anime dell’esecutivo giallo-verde restano ferme sulle proprie posizioni. Il Movimento 5Stelle sembra replicare all’inquilino del Colle confermando che “non riconoscere la presidenza Guaidò non significa rimanere neutrali né, tantomeno, appoggiare Maduro”.

La linea del Movimento 5 Stelle

Secondo i pentastellati infatti “significa sostenere con fermezza la strada del dialogo e della non ingerenza per scongiurare una situazione. Che, in assenza di accordo tra le parti, rischia di condurre il Venezuela non verso libere elezioni, democrazia e benessere, ma verso una guerra civile e magari a un intervento militare esterno che condannerebbe i venezuelani a un inferno in stile Iraq o Libia”.

La traduzione del concetto è affidata ad Alessandro Di Battista: “Se il Venezuela non avesse la prima riserva di petrolio al mondo oggi nessuno si interesserebbe ai diritti del suo popolo. Ci vuole coraggio a mantenere una posizione neutrale in questo momento, lo so. L’Italia non è abituata a farlo”.

Il fronte leghista

Niente di più distante dal sentire leghista, che senza se e senza ma, non ha dubbi: “Maduro è uno degli ultimi dittatori di sinistra rimasti in giro, che governa con la forza e affama il suo popolo. L’auspicio sono libere elezioni il prima possibile”. Chi non molla è il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani: “Non capisco perché l’Italia si sia schierata con Maduro, sono davvero amareggiato che la culla della civiltà abbia fatto questa scelta. Spero che alla fine venga ascoltato il capo dello stato Mattarella”.

(LaPresse/di Donatella Di Nitto)

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