di Anna Starita*
Oltre 172mila le richieste pervenute per il reddito di cittadinanza in Campania, segue la Sicilia, ciò rappresenta, ancora una volta, un indice di disagio di queste Regioni ed evidenzia una Questione Meridionale sempre più accentuata, dovuta anche alla grave crisi economica. Molte richieste sono arrivate tuttavia anche da Lazio, Puglia e Lombardia, dunque anche nella Regione più ricca del Paese vi sono sacche di povertà estremamente gravi, che richiedono necessaria attenzione. Una sconfitta per il Governo. Una sconfitta per il Movimento 5 stelle. Una sconfitta per tutta la politica. L’incapacità di aumentare realmente l’occupazione è disarmante. Nascondersi dietro le cifre di richiesta del reddito di cittadinanza e spacciarle come una vittoria è imbarazzante. Un reddito quello del M5s che è frutto della lettura neoliberista dei processi socio-economici ed imbevuto della retorica moralista per cui “bisogna lavorare ad ogni costo”. Di fatti in molti, per avere piccoli importi e per non decadere dall’opportunità di usufruirne in futuro, saranno costretti ad accettare qualsiasi condizione lavorativa e in qualsiasi luogo d’Italia. Poco importa se bisognerà allontanarsi dai propri familiari e amici. Poco importa se lo stipendio non garantirà la possibilità di vivere decentemente in una città non propria. L’uomo è visto come mero strumento di produzione. Non è questo ciò che serve al popolo italiano men che meno ai cittadini campani. Serve una reale proposta politica in grado di creare posti di lavoro a tempo indeterminato e con una retribuzione che consenta ad una persona di soddisfare le proprie necessità e i propri sogni. Uno stipendio che consenta ad un giovane di emanciparsi dalla propria famiglia per costruire il proprio futuro. Uno stipendio che consenta di sostenere una famiglia e di crescere i propri bambini senza dover negare loro alcuna opportunità. Il reddito di cittadinanza deve, dunque, essere declinato diversamente: un reddito universale per tutti coloro che ne necessitano finché la persona non trovi un lavoro idoneo alle proprie competenze. Con limiti che non siano così stringenti ed eludibili come quelli previsti e con la possibilità di scelta di dove prestare la propria attività. E’ l’intero sistema economico e produttivo che deve essere ribaltato. Il vero nemico della società è la crisi del mondo del lavoro, causata da un’economia ferma e un sistema produttivo bloccato. Una condizione economica frutto di una fase complessa, in cui i modi e i rapporti della produzione si sono modificati e hanno raggiunto livelli di automazione alti al punto da mettere sostanzialmente in crisi il lavoro salariato e i suoi livelli di occupazione. L’attuale Governo non affronta in alcun modo questi temi. In perenne campagna elettorale i Ministri propongono solo misure apparentemente palliative che mettono ancor di più in crisi la nostra economia. A pagarne le conseguenze saranno sempre e soltanto i cittadini. Per risanare i conti pubblici il Governo o aumenterà l’Iva o taglierà i costi della spesa pubblica. E’ compito della sinistra riappropriarsi di questi temi. Questa è la vera sfida che devono affrontare Articolo Uno e il Partito Democratico. Fondare un soggetto marcatamente socialista che metta al centro della propria agenda il tema del lavoro e del reddito. L’opposizione e la proposta politica si fanno partendo dai temi.
*Segreteria nazionale Articolo 1-Mdp